PROVA RINVIATA ESAME DI STATO 1976
Da oggi è online AID eShop, portale che permette di acquistare prodotti e servizi dedicati ai DSA, direttamente da società specializzate.
L’eShop AID offre un’ampia scelta di strumenti e opportunità formative, acquistabili online in pochi minuti. Questo portale collega direttamente domanda e offerta: i pagamenti saranno infatti eseguiti direttamente sui conti dei partner che gestiranno l’ordine e l’invio del materiale acquistato. Qualora l’utente desideri comprare articoli da due fornitori diversi, dovrà effettuare due ordini separati.
Ai soci AID, che possono accedere all’eShop con le proprie credenziali, sono riservati molteplici sconti e agevolazioni su tutti gli acquisti effettuati.
Gli articoli sono suddivisi in 4 categorie:
I primi partner AID che hanno aderito al progetto sono:
Obiettivo prossimo di AID è coinvolgere nell’eShop altre società specializzate in prodotti e servizi dedicati ai disturbi specifici dell’apprendimento. Per diventare partner AID è possibile contattare l’associazione all’indirizzo email eshop@aiditalia.org
Per inaugurare l’eshop di AID, Anastasis propone, oltre agli sconti sui diversi prodotti, una speciale promozione relativa a due software compensativi:
Su tutti i prodotti Erickson in catalogo è previsto uno sconto del 15% riservato ai soci AID.
Inoltre, in occasione del lancio dell’e-shop, per tutti gli ordini di prodotti Erickson superiori a 50 euro effettuati dal sito dell’AID fino al 15 luglio, in omaggio il libro “Storie di straordinaria dislessia”.
Tra le proposte selezionate da Erickson per l’e-shop di AID, segnaliamo:
Nella speranza che l’eShop AID contribuisca a rispondere, in maniera sempre più immediata, alle esigenze delle persone con DSA, e rappresenti un nuovo elemento di valore del tuo essere socio, cogliamo l’occasione per inviarti i nostri migliori saluti
La segreteria nazionale AID
La nota 2563 del 22 novembre 2013 fa chiarezza fra la differenza fra certificazione e diagnosi.
Nella pagina 2 troviamo scritto:
Per “certificazione” si intende un documento, con valore legale, che attesta il diritto dell’interessato ad avvalersi delle misure previste da precise disposizioni di legge – nei casi che qui interessano: dalla Legge 104/92 o dalla Legge 170/2010 – le cui procedure di rilascio ed i conseguenti diritti che ne derivano sono disciplinati dalle suddette leggi e dalla normativa di riferimento.Per “diagnosi” si intende invece un giudizio clinico, attestante la presenza di una patologia o di un disturbo, che può essere rilasciato da un medico, da uno psicologo o comunque da uno specialista iscritto negli albi delle professioni sanitarie.
Pertanto, le strutture pubbliche ( e quelle accreditate nel caso della Legge 170), rilasciano “certificazioni” per alunni con disabilità e con DSA. Per disturbi ed altre patologie non certificabili (disturbi del linguaggio, ritardo maturativo, ecc.), ma che hanno un fondamento clinico, si parla di “diagnosi”.
Quando il bambino ha bisogno di usufruire della legge 104 il medico deve redigere una DIAGNOSI FUNZIONALE nella quale sono acclusi tutti i test sottoposti al bambino con relativo risultato, la quale viene valuta dalla commissione sanitaria (INPS).
L’handicap viene determinato in relazione ad alcuni ambiti (sensoriale, fisico, psicofisico) e li categorizza in un contesto di disabilità perché certifica, attraverso procedure diagnostiche, un danno – che esiste – in uno di questi tre ambiti ( sensi, fisico , mentale intellettivo).
La legge 104 par. 3 recita “E’ persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.”
Il mestiere del genitore è un lavoro complesso e ostico, per tutti. Ma per la mamma di un bambino con disturbi di apprendimento ancora di più.
Non voglio dire che sia il peggiore dei mali perché ci sono situazioni ben più drammatiche e difficili e famiglie la cui forza mi commuove al solo pensiero. Ma la dislessia e i suoi annessi sono come un disagio silente che ti isola e ti logora, non per le sue caratteristiche e per le limitazioni che impone a chi ne soffre ma per la mancanza di conoscenza e il pregiudizio che suscita nella gente.
Jean Paule Sartre diceva: “l’inferno sono gli altri”. Io mi permetto di aggiungere: gli altri ignoranti, nel senso di persone che ignorano perché non conoscono e non approfondiscono e giudicano e scherniscono chi è senza colpa, chi è già di suo vittima di uno stato di difficoltà.
Mio figlio ha iniziato il suo percorso scolastico manifestando sintomi di non allineamento agli standard di apprendimento dei bambini che entrano alle elementari: grande difficoltà di lettura, pagine costellate di correzioni a penna rossa, grafia quasi illeggibile, materiali tenuti in maniera indecorosa. Il tutto aggravato da un’ansia e un’irrequietezza che non gli consentivano di stare seduto composto e fermo e che lo portavano ad intervenire sempre a sproposito, oltre che ovviamente a distrarsi con estrema facilità. Ma Michelangelo possedeva una capacità espressiva, un eloquio e un’intelligenza che non consentiva di bollarlo come bambino poco sveglio.
Ecco la poesia:
“Nella casa di mio padre esistono diverse dimore”
Dietro alla porta magica e sottovalutata c’è un mondo imbarazzante e divertente.
Buio negli angoli della casa. Una strada lunga e faticosa per arrivare alla sala dove ogni volta scrivo i miei giorni. Esperienza dopo esperienza.
Lontano dal mondo, chiuso al buio con una luce leggermente accennata, si cela un sentimento importante e delicato: la solitudine. Là dove posso sentirmi un topo e una montagna. Dove osservo la mia vita e la mia storia.
Una cosa triste e felice, nel silenzio totale, della paura di non avere più nessuno e non avere più qualcosa, di non essere come una volta. Come per giocare a nascondino, spunta una lacrima che si accende di rabbia, passione e desideri che mi porta a realizzare i miei sogni, che mi porta ansia e tensione.
Povero il mio cuore.
Michelangelo Coletti
(lettera di Gabriella Schiavone)