Archivio mensile:Marzo 2023
Anno scolastico 2013/2014
Un ragagazzo con disabilità può proseguire gli studi in un’altra scuola una volta ricevuto l’attestato di frequenza?
Può accadere che la famiglia di un ragazzo con disabità chieda di far proseguire gli studi al proprio figlio in un’altra scuola superiore dopo che ha trascorso l’intero corso di studi in una e ottenuto l’attestato di frequenza.
Questa richiesta può essere fatta per svariati motivi:
- far continuare a vivere il ragazzo in un “ambiente protetto” a contato con altri ragazzi
- per fargli ottenere un diploma spendibile nel mondo del lavor
- altro..
Questo può accadere ma non deve aver compiuto i 18 anni (cosa che nella pratica non sia possile) altrimenti deve frequentare i corsi per adulti.
E non può usufruire ancora del sostegno.
2006 Reiterazione frequenza superiore Parere consiglio di Stato
Non firmate il PDP se contiene la dicitura “SOLO SE RISULTERA’ NECESSARIO” o “A DISCREZIONE DEL DOCENTE”
AVVISO per i genitori.
Prima di firmare il PDP dovete farvi dare la bozza e se trovate una di queste due diciture o qualcosa di simile, non firmate e chiedete di toglierle:
- “Solo se risulterà necessario”
- “A discrezione del docente”.
E’ una discrezionalità non prevista dalla legge 170/10, o dal DM 5669 12/11/2011.
Questa dicitura ANNULLA completamente il PDP.
Significa che un docente può eliminare a suo piacimento uno strumento, un diritto previsto dalla legge, certificato da una diagnosi e firmato dalla famiglia.
Per quanta fiducia ci sia, non è una dicitura da far inserire, se lo firmate con quella dicitura allora state firmando un PDP che non ha nessun senso.
Le Stereotipie nell’Autismo
I comportamenti ripetitivi, le stereotipie motorie, le stereotipie vocali sono caratteristiche tipiche delle persone con disturbo dello spettro autistico.
Stereotipie: cosa devi sapere
Assieme al deficit dell’interazione sociale e della comunicazione, le stereotipie vanno a definire un criterio cardine per la definizione della diagnosi di autismo (DSM 5, 2013).
Questi comportamenti appaiono spesso bizzarri, ripetitivi e inappropriati in contesti sociali e spesso vanno ad interferire con il funzionamento della persona nella sua quotidianità.
Le stereotipie nell’autismo si caratterizzano spesso per il rispetto di routine molto rigide, ecolalia (ripetizioni di parole e frasi) e manipolazione ripetitiva di oggetti (Lewis & Boucher, 1988; Turner, 1999).
Nell’articolo troverai:
- Comportamenti ripetitivi e routine rigide;
- Interessi ristretti e stereotipati;
- Stereotipie vocali e stereotipie motorie.
Comportamenti ripetitivi e routine rigide
Oltre ad aderire in modo rigido alle routine, le persone con autismo spesso manifestano difficoltà a tollerare i cambiamenti, soffrendo di forte ansia e instabilità nel caso essi si verifichino inaspettatamente.
Alcuni cambiamenti nella routine, come cambiare il tipo di shampoo piuttosto che la normale disposizione dei mobili o di alcune attività scolastiche possono essere motivo di grande disagio e sofferenza per la persona autistica.
Per questo si consiglia, oltre che alla strutturazione della giornata (prevedibilità e ordine) di fornire la possibilità di prevedere alcuni cambiamenti, per quanto possibile, attraverso dei supporti visivi (agenda iconica).
Alcuni esempi di comportamenti ripetitivi che spesso osserviamo nella quotidianità dei bambini, ragazzi o giovani adulti autistici sono:
- chiudere sempre la porta dietro di sé;
- girarsi a spegnere le luci ogni volta che lascia una stanza (anche se altre persone sono ancora all’interno);
- forte bisogno di mettere le cose in ordine o perfettamente allineate;
- mangiare sempre gli stessi cibi;
- fare sempre lo stesso percorso per andare in aula;
- …
Questi comportamenti possono creare grandi difficoltà al soggetto stesso e al suo contesto, per esempio, all’asilo un bambino che continua a sfarfallare le mani ininterrottamente, o a far sbattere ritmicamente il barattolo di pennarelli oltre ad impedire ad altri bambini o insegnanti di coinvolgerlo in attività di gioco o di lavoro più appropriate, tutti questi momenti rappresentano vere e proprie perdite di occasioni di apprendimento.
Interessi ristretti e stereotipati
Lo sviluppo di interessi ristretti e stereotipati e di ossessioni per un particolare argomento o elemento dell’ambiente è tipico di molte persone autistiche, sia bambini che adulti.
Spesso possono sviluppare un interesse particolare per argomenti limitati (es. le auto, i numeri di telefono, il meteo, un personaggio storico…) e spesso si ritrovano a parlare sempre e solo del loro interesse.
Nei bambini più piccoli, questo interesse più che su un argomento specifico può manifestarsi verso uno specifico oggetto o categorie di oggetti (Volkmar, 2005) magari un po’ particolari per le loro caratteristiche (ad esempio, oggetti di metallo, piuttosto che orologi, bracciali, collane da far oscillare).
Gli interessi ristretti e circoscritti possono rappresentare tanto una difficoltà (interferendo con il funzionamento sociale e scolastico della persona) quanto un vantaggio per la persona autistica.
Interessi ossessivi e stereotipati possono interferire quando la persona:
- Si rifiuta di parlare o argomentare di altri argomenti;
- Viene isolata e allontanata dalle altre persone, in quanto strana e bizzarra;
- Perde la possibilità di apprendere altri importanti abilità/interessi.
Interessi ossessivi e stereotipati possono essere un vantaggio quando:
- La persona autistica nel tempo diventa la più competente in un ambito tanto da poterne investire la propria carriera accademica o lavorativa;
- Le caratteristiche dell’ossessione si possono ritrovare in ambiti accademici (matematica, fisica, storia…) o lavorativi (biblioteca, controllo qualità…).
Stereotipie vocali e stereotipie motorie
Stereotipie vocali
L’uso ripetitivo del linguaggio come la ripetizione di suoni, parole, frasi o canzoni preferite o porre le stesse domande ripetutamente è un’altra caratteristica tipica dell’autismo.
Questo uso del linguaggio può avere diverse funzioni:
- Funzione autistimoltatoria (piacevoli o che permettono di rimuovere stimoli esterni non piacevoli);
- Alcune difficoltà di elaborazione del contesto/delle emozioni (per esempio, può ripetere “non vai in piscina” “non vai in piscina”, in seguito al fatto che l’ora di lezione in piscina è saltata e la routine si è modificata).
Chiaramente, la verbalizzazione ripetitiva può interferire con l’interazione sociale, ed è spesso esasperante per le altre persone che vivono con la persona autistica.
Stereotipie motorie
Le stereotipie motorie sono schemi di movimenti ripetitivi, ritmici, coordinati, privi di scopo, fissi e non funzionali. Questi movimenti possono avvenire insieme e molte volte nel corso della giornata (Muthugovindan et. Al, 2009).
Il repertorio di stereotipie e la modalità e frequenza di movimento è diversa da individuo a individuo, alcuni esempi in base alla parte del corpo oggetto del movimento ripetitivo:
- Testa e collo: dondolamento, sbattere la testa, allungare il collo, digrignare i denti, tirare i capelli …
- Tronco: oscillazione avanti indietro, oscillazione destra sinistra, roteare…
- Arti superiori/inferiori: scuotimento delle braccia, movimenti ripetitivi bilaterali che coinvolgono le braccia e le mani come incrociare le braccia sul petto, battere i piedi, camminare con il tallone o con la punta dei piedi…
- Mani: sfarfallamento di entrambe le mani, far svolazzare le dita davanti del viso (es. come nel suonare il pianoforte), battere le mani, mordersi le mani, ruotare i polsi…
Alcuni elementi che possono aumentare le stereotipie
- Eccitazione (Mahone et. Al, 2004),
- Stress,
- Ansia,
- Noia,
- Stanchezza,
- Isolamento sensoriale,
- Richieste sociali.
Stereotipie come agire
I comportamenti stereotipati possono essere catalogati in base alla loro forma (stereotipie vocali, stereotipie motorie, interessi ristretti…) come abbiamo ampiamente descritto nell’articolo o in base alla loro funzione (ossia in base alle contingenze di rinforzo che li mantengono come ricerca di attenzione, auto-stimolazione sensoriale, …).
Quest’ultima è sicuramente la modalità migliore per poter intervenire sulle stereotipie seguendo i principi dell’Analisi del Comportamento (ABA).
Infatti, descrivere e classificare le stereotipie in base alla loro funzione, piuttosto che alla loro forma, è sicuramente più utile per un genitore o un insegnante che si trova ogni giorno a dover convivere con le stereotipie motorie o vocali del proprio figlio o alunno.
In tal modo, con la guida di professionisti esperti, ci saranno maggiori probabilità di modificare il comportamento stereotipato attraverso efficaci manipolazioni ambientali (Cunningham & Schreibman, 2008).