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Per presentare la tesina agli esami può essere necessario esportare una presentazione in PowerPoint

Come fare per esportare le presentazioni in PowerPoint

Quando si prepara una relazione di solito si lavora sul computer di casa o dell’ufficio, ma spesso capita poi di dover utilizzare un altro Pc durante le presentazioni.

Questo problema sta diventando via via meno frequente, grazie alla diffusione dei portatili: il relatore normalmente porta con sé il computer personale, lo collega al sistema di proiezione della stanza o della sala e avvia la presentazione.

Ma questo non è sempre possibile: può capitare che nella sala delle presentazioni i proiettori o gli schermi non siano compatibili con il Pc, magari perché usano interfacce diverse e non si trova un adattatore, oppure l’impianto della sala non prevede la connessione con dispositivi personali.

Può anche capitare che il computer abbia qualche problema, o esaurisca la batteria sul più bello e non si abbia a portata di mano un alimentatore adatto.

Insomma, molte cose possono andare storte durante le presentazioni, ed è sempre utile preparare un piano d’emergenza.

NON BISOGNA FARE L’ERRORE DI COPIARE SEMPLICEMENTE LA PRESENTAZIONE SU UNA CHIAVETTA USB

perché non sempre è sufficiente: il computer di
destinazione potrebbe non avere installato
PowerPoint, oppure essere presente in una versione non compatibile, potrebbero mancare alcuni font usati nelle diapositive oppure la presentazione potrebbe contenere riferimenti a file esterni (abbiamo visto come sia facile aggiungere video, grafici e collegamenti ad altri documenti) che si trovano solo sul computer di origine.

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Per ovviare a tutti questi problemi Power­Point offre una funzione di esportazione specifica per raggiungerla seguite questi passi:

  • fate clic sulla linguetta File
  • poi selezionate ESPORTA nell’elenco di sinistra
  • infine CREA  pacchetto presentazione per CD
  • fate clic sul pulsante PACCHETTO PER CD per richiamare la finestra di creazione
  • inserite un nome significativo per la presentazione, poi fate clic su OPZIONI per verificare che siano spuntate le due voci nella sezione File da includere.

Può essere utile anche aggiungere una password di apertura o di modifica per proteggere il documento.

Tornate poi alla finestra precedente e verificate che nell’elenco siano presenti tutti i documenti utili per la presentazione; qualora mancasse qualche file, fate clic sul pulsante AGGIUNGI e navigate fino alla sua posizione; come forse avrete notato nella finestra Opzioni, i file collegati alla presentazione vengono aggiunti automaticamente da PowerPoint, e non è quindi necessario inserirli a mano.

Per avviare l’esportazione basta fare clic sui pulsanti Copia nella cartella o Copia nel CD.

Il primo salva tutto il necessario in una cartella a piacere (anche su un dispositivo esterno, per esempio una chiavetta Usb), mentre il secondo lo masterizza su un disco ottico.

Fonte: Come fare per esportare le presentazioni in PowerPoint

Libri delle regole per ogni disciplina da portare sempre con se

I ragazzi con i DSA hanno bisogno di avere sempre a portata di mano le regole, mappe o tabelle delle varie materie

Si possono trovare in commercio LIBRI o QUADERNI specifici andando sul sito del Melograno,  dell’Erickson o di altre case editrici.

Oppure,  si possono creare in casa , secondo me la cosa migliore

Essendo le mappe un metodo di studio, è bene che i ragazzi imparino a farsi da soli i loro mezzi compensativi seguendo il LORO modo di imparare che è diverso da persona a persona.

In questo link trovate dei suggerimenti sul come conservare i materiali fatti in casa 😀

Come conservare le mappe, tabelle e formulari

VEDERE ANCHE QUESTA PAGINA

Libri facilitati per alunni con i DSA

Comorbidità nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento

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Si parla di Comorbidità quando in una persona sono presenti due o più disturbi di origine diversa.

Dislessia, Disortografia, Disgrafia e Discalculia, pur rientrando in un’unica categoria diagnostica, quella dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA), sono disturbi differenti perché interessano abilità diverse.

Quando si presentano insieme nella stessa persona, si parla di “comorbilità”. I DSA possono essere in comorbidità anche con altri disturbi di sviluppo quali i disturbi di linguaggio, disturbi di coordinazione motoria, disturbi dell’attenzione e tra i DSA e i disturbi emotivi e del comportamento.

Per fare un esempio, un bambino può presentare una difficoltà specifica nella materia della matematica e nello steso tempo essere piuttosto goffo nei movimenti e poco coordinato. In questo caso si parla di comorbidità tra Discalculia e Disturbo della Coordinazione Motoria.

Più difficili sono i casi in cui vi è un Disturbo Specifico dell’Apprendimento, per esempio la Dislessia, e problematiche emotive. Infatti, spesso, quest’ultime sono conseguenti al disturbo ma vi sono dei casi in cui problematiche emotive possono essere insorte prima della comparsa della Dislessia; in quest’ultimo caso si parla di comorbidità tra DSA e Disturbo dell’umore.
Nelle linee guida dsa, viene messo in evidenza che in casi di comorbidità tra più disturbi, “il disturbo risultante è superiore alla somma delle singole difficoltà, poiché ognuno dei disturbi implicati nella comorbilità influenza negativamente lo sviluppo delle abilità complessive”. Questo significa che occorre prestare maggiore attenzione ai bambini che si trovano in questa situazione perché il loro benessere è a rischio.

Cliccare qua per leggere tutto l’articolo della Dott.ssa Serena Costa

Insegnante di sostegno per bambini con DSA?

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La figura dell’insegnante di sostegno é stata prevista dalla Legge 104 1992 per bambini che hanno un handicap fisico, sensoriale o psichico (incluso il ritardo cognitivo).

I DSA non essendo un handicap di per sé, ma un Disturbo Specifico, non rientrano in questa categoria e sono, quindi, regolamentati da un’altra legge: la Legge 170/2010. Essa non prevede la figura dell’insegnante di sostegno per i bambini con DSA ma semplicemente delle misure “compensative” e “dispensative” che gli insegnanti di classe devono fornire.

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Si tratta di una risorsa preziosa per la classe perché anche gli altri bambini che ne sentano il bisogno possono giovare della sua presenza. Per quanto riguarda i bambini DSA, è importante ricordare che il loro profilo intellettivo è davvero diverso da bambino a bambino. Questo significa che, sebbene la diagnosi di DSA si effettui solo in presenza di un’intelligenza nella norma (concetto statistico), è possibile che ci siano dei bambini con delle fragilità che si aggiungono al disturbo specifico.

Propongo, quindi, di andare oltre alla funzione specifica per la quale l’insegnante di sostegno è stata pensata, cioé il supporto al bambino con disabilità, e di apprezzarne il senso più generale della sua funzione. Cogliere le potenzialità di tale figura per tutta la classe è sicuramente a vantaggio di tutti i bambini.

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Cliccare qua per leggere tutto l’articolo della dott.ssa Serena Costa

 

 

 

Menomazione, disabilità e handicap: quale differenza?

disabilità-handicap-150x150Ricordiamoci queste importanti distinzioni.

1) La MENOMAZIONR indica qualsiasi perdita o anormalità di una struttura o di una funzione fisiologica, anatomica oppure psicologica (in questo caso si tende a parlare di “disturbo”).

2) La DISABILITA’ rappresenta la conseguenza pratica della menomazione e, quindi, indica lo svantaggio personale che la persona disabile vive espresso in ciò che è in grado di fare o meno.

3) L’HANDICAP indica lo svantaggio sociale vissuto da una persona a seguito di una disabilità o menomazione. La persona con handicap, nell’incontro con l’ambiente fisico e sociale, può trovarsi in difficoltà nel muoversi nello spazio in autonomia, nell’essere indipendente nel prendere delle scelte o nel prendersi cura di sé, oppure nel trovare un’occupazione e un’indipendenza economica. Lo svantaggio sociale si esprime anche nel non poter rivestire un ruolo sociale considerato “normale” alla maggior parte.

Leggi tutto l’articolo della dott.ssa Serena Costa