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IL NUMICON: Impariamo a sommare 

NumiconNumicon è un progetto per l’ insegnamento della matematica che si basa su una serie di figure strutturate per rappresentare i numeri.
Ai bambini l’ approccio usato da Numicon piace molto, perché poggia sulla loro forte sensibilità per le figure strutturate.
Il Numicon, è uno strumento utile per l’apprendimento della matematica ideato dall’Oxford University, è stato utilizzato nel Regno Unito a partire dal 1996 da insegnanti nelle scuole ordinarie per sostenere in modo “alternativo” i bambini di tutte le età e abilità.
– Numicon si basa su un
approccio multi-sensoriale (visivo, uditivo e cinestetico) richiedendo anche una strategia di problem-solving e di ragionamento
– Le placche numicon danno al bambino una rappresentazione tattile e visiva del numero e questo crea un’associazione tra numero astratto e rappresentazione fisica, cosicché il bambino possa più facilmente immaginare mentalmente i numeri e la loro sequenza.
– Le placche del numicon sono ideate in modo tale da poter prendere in mano il numero,  grazie alla sua struttura forellata che rappresenta le varie unità.
1. sviluppa scioltezza usando una base pratica-visiva per sviluppare la comprensione concettuale;
2. aiuta i bambini a ragionare matematicamente attraverso l’uso di oggetti concreti e della lingua parlata per spiegare e giustificare;
3. sviluppa la fiducia dei bambini come risolutori di problemi.
Da cosa è composto il NUMICON?
– Il Numicon è composto da 10 shapes (placche) di vario colore: i numeri pari, caratterizzati dall’utilizzo di colori freddi, presentano forma regolare a differenza dei numeri dispari che presentano un “gradino” e sono caratterizzati da colori caldi.
-In Italia il Numicon non è ancora diffuso, ma con poche decine di euro è possibile acquistare online diversi kit, differenti in base all’età e all’utenza.
All’interno di ciascun kit, oltre alle placche, si trovano altri supporti: una borsetta sensoriale, corda, piattaforma bianca, mattoncini colorati…
Impariamo a sommare
Prerequisiti: conoscenza dei numeri fino al 20 e padronanza del numicon
Obiettivi: saper operare con i numeri naturali riuscendo a svolgere l’addizione in riga e in colonna con l’aiuto del numicon.
Attività 1
1. L’insegnate presenta l’attività del numicon portando in classe dei cartoncini colorati tagliati e di diversi colori così come si presenta il kit.
2. Ogni bambino (che è in possesso dei cartoncini e di una fotocopia con la linea dei numeri) deve collocare ogni placca al posto giusto, formando la linea dei numeri con le placche a disposizione.
Attività 2
1. L’insegante introduce il concetto di scomposizione con il numicon
2. l’insegnante mette a disposizione le diverse placche così che i bambini possano vedere come ciascuna placca sia formata dall’unione di altre due placche (es: una placca da 8 può essere formata da due placche da 4 oppure da una placca da 3 e una da 5…). Si lascia tempo ai bambini per provare.
3. tale esperienza viene riproposta sul quaderno: ogni bambino scrive una cifra alla volta (dall’1 al 10) e accanto a ciascuna vengono proposte le “combinazioni ” di cifre possibili per ottenerla. Si procede alla rappresentiazione mediante disegno grafico.
Attività 3
1. Assemblando le diverse placche del numicon l’insegnante fa vedere ai bambini come svolgere le addizioni. Ad esempio, unendo la placca del 7 con quella del 3 si renderà conto che come risultato darà 10 (sovrapponendo la placca del 10).
Si faranno diverse prove in modo che i bambini possano divertirsi giocando e imparando.
2. L’insegnante scrive alla lavagna in riga delle addizioni che i bambini copieranno sul proprio quaderno, usando il numicon come materiale didattico per trovare il risultato.
andate sul sito  www.numicon.com
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Non può essere bocciato lo scolaro dislessico se la scuola non ha realizzato il piano didattico personalizzato

537815_482481115152969_1020283691_nNon può essere bocciato lo scolaro dislessico se la scuola non ha realizzato il piano didattico personalizzato.

Il Tar Molise annulla la bocciatura Bocciata dal Tar Molise la scuola che aveva bocciato lo studente dislessico.

La sentenza 612/13 per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti ” é chiara: va annullato il giudizio di non ammissione alla classe successiva per il liceale affetto da dislessia.

Secondo i giudici amministrativi l’istituto scolastico avrebbe dovuto realizzare il piano didattico personalizzato ad per lui.

Nel caso di specie, la corte molisana ha accolto il ricorso di una famiglia ricordando come la dislessia sia ricompresa integralmente tra i disturbi specifici di apprendimento previsti dalla legge 170/10.

L’invalidità attribuita al provvedimento di non ammissione alla classe successiva, peraltro, va a inficiare annullandoli i debiti formativi del giovane.

La carenza del profilo dinamico-funzionale non può essere considerata una giustificazione per il ritardo impiegato dall’amministrazione nella cura del percorso didattico speciale: l’istituto, rilevano i magistrati amministrativi, avrebbe certamente potuto procurarsi tale documentazione, rivolgendosi al competente servizio pubblico socio-sanitario.

(notizia segnalata da giovanni d’agata)

Fonte: www.infooggi.it

Educare un figlio

400444_317202654969968_195743837115851_1016373_1324612288_nEducare un figlio non è facile, perché il cuore si mette in mezzo tra il sentimento che vorrebbe proteggerlo e la necessità di educarlo.

Non desideri che lui soffra, ma devi dargli aiuto nel modificare sé stesso.

Non ti hanno insegnato a fare il genitore quindi vai a tentoni… i tuoi ricordi del passato bambino ti aiutano…  ma non bastano a farti capire la diversità tra te e lui.

Cosa quindi conviene insegnarli?

Non tanto un mestiere, perché lavorerà come meglio potrà, per quanto la società di domani potrà offrirgli… ma il tuo dovere è donargli l’onestà e l’umiltà aborrendo il denaro come atto primario  della sua giovane vita.

Deve realizzare la sua crescita e per farlo ha bisogno di calma e tranquillità, quindi non stare lì a piangere miseria …ma incoraggialo a far bene quel che può fare.

I principi sono quelli donatici da Gesù e non altri… la misericordia, la bontà, l’amore e l’umiltà …il primariato della famiglia che nega l’egoismo.

Quindi non confonderti cosa devi fare con lui, perché il tuo compito di genitore e di portarlo a Dio e niente altro… ti sembra poco o facile? Provaci.

(Anonimo)

“La parabola del ranocchio”

RanocchioC’era una volta una gara di… ranocchi.

L’obiettivo era arrivare in cima a una gran torre.

Si radunò molta gente per vedere e fare il tifo per loro.

Cominciò la gara!

In realtà, la gente probabilmente non credeva possibile che i ranocchi raggiungessero la cima, e tutto quello che si ascoltava erano frasi tipo: “Che pena !!! Non ce la faranno mai!

I ranocchi cominciarono a desistere, tranne uno che continuava a cercare di raggiungere la cima mentre la gente continuava: “…che pena!!! Non ce la faranno mai!”

E i ranocchi si stavano dando per vinti……tranne il solito ranocchio testardo che continuava ad insistere.

Alla fine tutti desistettero tranne quel ranocchio che, solo e con grande sforzo, raggiunse alla fine la cima.

Quando tornò giù dalla torre come vincitore gli altri ranocchi increduli si avvicinarono a lui e uno gli chiese  come avesse fatto a concludere la prova.

E scoprì che…Era sordo!

Il significato di questa parabola è: non ascoltare le persone  negative che dicono che non ce la farai, derubano le migliori speranze del tuo cuore!

Ricorda sempre il potere che hanno le parole che ascolti o leggi…

A volte la negatività e l’invidia della gente ci può condizionare.

Per cui, Vai avanti e non mollare MAI..

ma  preoccupati di essere sempre POSITIVO!

E sii sempre sordo quando qualcuno ti dice che non puoi realizzare i tuoi sogni!

“Non insegnate ai bambini…”

mamma-51Un bambino risponde «grazie» perché ha sentito che è il tuo modo di replicare a una gentilezza, non perché gli insegni a dirlo.

Un bambino si muove sicuro nello spazio quando è consapevole che tu non lo trattieni, ma che sei lì nel caso lui abbia bisogno di te.

Un bambino quando si fa male piange molto di più se percepisce la tua paura.

Un bambino è un essere pensante, pieno di dignità, di orgoglio, di desiderio di autonomia, non sostituirti a lui, ricorda che la sua implicita richiesta è «aiutami a fare da solo».

Quando un bambino cade correndo e tu gli avevi appena detto di muoversi piano su quel terreno scivoloso, ha comunque bisogno di essere abbracciato e rassicurato; punirlo è un gesto crudele, purtroppo sono molte le madri che infieriscono in quei momenti. Avrai modo più tardi di spiegargli l’importanza del darti ascolto, soprattutto in situazioni che possono diventare pericolose. Lui capirà.

Un bambino non apre un libro perché riceve un’imposizione (quello è il modo più efficace per fargli detestare la letteratura), ma perché è spinto dalla curiosità di capire cosa ci sia di tanto meraviglioso nell’oggetto che voi tenete sempre in mano con quell’aria soddisfatta.

Un bambino crede nelle fate se ci credi anche tu.

Un bambino ha fiducia nell’amore quando cresce in un esempio di amore, anche se la coppia con cui vive non è quella dei suoi genitori. L’ipocrisia dello stare insieme per i figli alleva esseri umani terrorizzati dai sentimenti.

«Non sono nervosa, sei tu che mi rendi così» è una frase da non dire mai.

Un bambino sempre attivo è nella maggior parte dei casi un bambino pieno di energia che deve trovare uno sfogo, non è un paziente da curare con dei farmaci; provate a portarlo il più possibile nella natura.

Un bambino troppo pulito non è un bambino felice. La terra, il fango, la sabbia, le pozzanghere, gli animali, la neve, sono tutti elementi con cui lui vuole e deve entrare in contatto.

Un bambino che si veste da solo abbinando il rosso, l’azzurro e il giallo, non è malvestito ma è un bambino che sceglie secondo i propri gusti.

Un bambino pone sempre tante domande, ricorda che le tue parole sono importanti; meglio un «questo non lo so» se davvero non sai rispondere; quando ti arrampichi sugli specchi lui lo capisce e ti trova anche un po’ ridicola.

Inutile indossare un sorriso sul volto per celare la malinconia, il bambino percepisce il dolore, lo legge, attraverso la sua lente sensibile, nella luce velata dei tuoi occhi. Quando gli arrivano segnali contrastanti, resta confuso, spaventato, spiegagli perché sei triste, lui è dalla tua parte.

Un bambino merita sempre la verità, anche quando è difficile, vale la pena trovare il modo giusto per raccontare con delicatezza quello che accade utilizzando un linguaggio che lui possa comprendere.

Quando la vita è complicata, il bambino lo percepisce, e ha un gran bisogno di sentirsi dire che non è colpa sua.

Il bambino adora la confidenza, ma vuole una madre non un’amica.

Un bambino è il più potente miracolo che possiamo ricevere in dono, onoriamolo con cura.

(Giorgio Gaber “Non insegnate ai bambini”)

Fonte: blog.pianeta.donna.it