Tutti gli articoli di Nicoletta

Ebook accessibili su MLOL

1Dal 18 giugno 2013 nella Home MLOL dedicata agli ebook (http://www.medialibrary.it/home/hometipol.aspx?id=300) sarà possibile individuare e filtrare gli ebook che hanno ricevuto il “Bollino LIA”, cioè una certificazione di accessibilità che ne garantisce l’uso per gli utenti non vedenti e ipovedenti attraverso differenti strumenti (sintesi vocale, barre braille, lettura a caratteri ingranditi).continua a leggere

Il progetto LIA (Libri Italiani Accessibili) – finanziato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e realizzato dall’Associazione Italiana Editori – ha l’obiettivo di “aumentare la disponibilità sul mercato di prodotti editoriali accessibili per le persone non vedenti e ipovedenti, mettendo a frutto le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie e promuovendo un cambiamento culturale nel modo in cui gli attori della filiera editoriale affrontano il tema dell’accessibilità”.

“Ciao, io mi chiamo Antonio” Libro sulla Dislessia

Ho recentemente acquistato questo libro, IO MI CHIAMO ANTONIO, Azzurra lo sta leggendo molto volentieri, ho letto alcune pagine e mi sembra molto carino, poi lei me lo ha sequestrato e non vuole darmelo più finchè  non lo ha finito……

Ecco di cosa parla:

io-miAntonio ha dieci anni, fa la quinta elementare, non è un patito dello studio e preferisce trascorre il tempo libero tra una merenda e una corsa in bici col suo amico Riccardo.
Suo padre è uno scrittore per ragazzi, sua madre si occupa di lui e di Erica, la sua sorella più grande, con la quale non va quasi mai d’accordo.
A scuola non riesce a stare fermo, con i numeri ci gioca come con le biglie; invece a volte le lettere gli ballano davanti agli occhi, le confonde e le mischia. Sarà per questo che non ama particolarmente leggere, tanto che la maestra un giorno ha detto a sua madre: “Credo che suo figlio abbia un problema”.

32 pagine di fumetti realizzate da Laura Stroppi costituiscono un racconto parallelo delle avventure di Antonio.

Le pagine del romanzo sono state composte con lo speciale carattere EasyReading® che facilita la lettura a tutti, nessuno escluso!

casa editrice: sonda

“Ti volio tanto bene”: Diario vocale di Marvi dislessica innamorata

1Maria Vittoria detta Marvi, è una ragazzina come tante. È speciale, forse, perché dislessica, ma forse, di più, perché guarda e vive la vita di ogni giorno cercando di diventare consapevole di ciò che fa, di ciò che vorrebbe fare e di ciò che è. E si innamora. Michele è il principe azzurro. Anzi il principe quasi azzurro, perché per diventare di un azzurro lucente, deve guadagnare molti punti.
Marvi detesta i cellulari e anche un po’ i computer, perché prevedono la scrittura veloce e lei non è così brava. Per molto tempo si è sentita confusa e impaurita, soprattutto dalla lettura, fino a quando, con l’aiuto di Gustavo, è riuscita a dare un nome al suo disagio: dislessia.
Michele gioca a calcio e nei sogni più arditi sogna di far innamorare Clotilde. Magari di segnare un goal per lei; finché si accorge di Maria Vittoria e del suo mondo e decide di volerlo conoscere.
Sarà Michele il principe azzurro di Marvi? Riuscirà a guadagnare 900 punti? dettagli

“Wonder” di R.J. Palacio, Giunti

wonderChiunque abbia memoria della propria prima media – o, come me, sia genitore di un undicenne – lo sa: l’ingresso nella prima realtà scolastica “da grandi”, quella che si pone come linea di confine tra gli anni dell’infanzia e quelli dell’adolescenza, è duro.
Immaginate poi che sia la vostra prima esperienza di scuola, che siate fino a quel momento vissuti in una realtà difficile ma protetta, che i vostri contatti con i coetanei siano sempre stati ridotti al minimo.
E che, soprattutto, la natura non vi abbia aiutato molto affibbiandovi una faccia che, nella migliore delle ipotesi, fa soffocare un grido di sorpresa sulle labbra di chi vi incontra.

Questa è la situazione di August, undici anni e una rarissima malattia genetica che rende il suo volto deforme.
Un buon numero di anomalie evidenti che molteplici interventi chirurgici non sono riusciti ad annullare rendendolo un ragazzo fisicamente diverso da tutti gli altri, ma lasciando intatta la sua brillante intelligenza e la sua sensibile personalità.
Noi lo conosciamo qui, sulla soglia del suo complesso decollo, nel momento in cui i suoi premurosissimi e affettuosi genitori decidono che, per il suo bene, è meglio che cominci a frequentare una vera scuola e si confronti con i ragazzi della sua età.

R.J. Palacio – scrittrice americana al suo debutto letterario – ci racconta in “Wonder” – romanzo di successo mondiale, vincitore di molteplici premi e riconoscimenti e pubblicato in Italia da Giunti – il primo anno scolastico di Auggie, da un inziale momento di rifiuto fino alle conquiste finali, attraverso un percorso faticoso, ma anche bello e importante, di crescita.

La struttura del libro è corale: non è soltanto il protagonista a narrare, con simpatia, sincerità e deliziosa autoironia, le sue esperienze ma, ad alternarsi alla sua voce, ci sono quelle degli amici, dei familiari, dei compagni di scuola.
Gli eventi vengono quindi ri-raccontati da punti di vista diversi, chiarendone in tal modo la natura, facendo luce su sentimenti ed emozioni contrastanti, ed offrendo un quadro completo e ampiamente partecipato.
La storia ne guadagna in vivacità e carattere, in brio e spirito.
Ciò che colpisce di “Wonder”, infatti, è la sua piacevolezza, il fatto che nonostante il tema ostico – che probabilmente farà scattare la smorfia di pregiudizio in molti lettori timorosi di incappare nel libro strappa-lacrime frutto di dubbia operazione commerciale – si riveli una lettura gustosa, si lasci sfogliare d’un fiato, strappando sovente il sorriso.

Auggie è un personaggio adorabile: sensibile, intelligente, spiritoso, affettuoso, ma allo stesso tempo dotato di quella leggerezza propria dell’età.
Sotto il peso della sua gravosa fisicità si fanno spazio i comportamenti e di bisogni di tutti gli adolescenti, le passioni e gli interessi dei suoi coetanei, i modi di parlare, di analizzare il reale, la spinta ad essere liberi e a crescere.
Più ci si addentra nella lettura e più ci si rende conto della verità di quanto il protagonista dichiara in apertura: “E io mi sento normale. Voglio dire dentro”.

Ma mai tanta normalità, di fatto, dell’anima è stata conquistata, e dimostrata, a fatica.
August dovrà sopportare sguardi di sottecchi, facce basite, compagni di scuola che lo evitano e addirittura non vogliono toccarlo, scherzi e commenti di bulletti, perfino un’aggressione in piena regola…
Fortunatamente non sarà mai davvero solo: oltre alla sua splendida famiglia – padre, madre e sorella – ci saranno nuovi amici, dapprima pochi – la bella e gentile Summer e Jack, il vicino di banco – poi, via via, man mano che la personalità del ragazzo riuscirà a trovare la sua strada e la sicurezza si farà più solida, sempre di più, fin quando la cerchia non diverrà davvero grande in un positivo, e forse un po’ troppo zuccheroso, finale.

Un romanzo che non mi piace limitare definendolo “sulla diversità”, riterrei più giusto considerarlo una storia di crescita, di maturazione, seppure in circostanze limite segnate dalla malformazione fisica.

E’ stato coraggioso, da parte dell’autrice, collocare una storia e un personaggio così pensati negli anni della preadolescenza, quando l’aspetto fisico, la conformità e la legge del branco fanno da padroni e i ragazzini finiscono per farsi un complesso anche di un brufolo in più o un paio di chili di troppo.
Coraggioso ma significativo e ciò rende “Wonder” una lettura che, pur se gradevole e assolutamente non pesante, possiede qualcosa da comunicare al cuore, muovendo qualche riflessione e magari spingendo i giovanissimi lettori ad accettarsi con più indulgenza.
E a guardare gli altri con meno superficialità e maggiore gentilezza.

Altro aspetto che colpisce nel romanzo è la caratterizzazione della famiglia di Auggie: un quartetto affiatatissimo, armonioso e affettuoso quasi all’inverosimile (seppure con qualche accennata, ma giusta, nota di difettosa umanità).
Una scelta che da un lato potrebbe attirare le critiche di scarsa verosimiglianza: dove sono le crisi e le difficoltà di una realtà famigliare segnata dall’handicap?
Dall’altro però – ed è l’interpretazione che preferisco – denota la volontà di voler sottolineare una verità importante: là dove c’è un substrato solido e affettivo, fortemente accettante e amorevole, anche la diversità più estrema può sfumare e il carattere formarsi comunque sicuro, il ragazzo diventare pronto ad affrontare il mondo con le carte, lo spirito e forza giusta.
Qualcosa su cui noi genitori, pur se non chiamati a confrontarci con situazioni complicate come quella del romanzo, possiamo sicuramente, e proficuamente, riflettere.

(età consigliata: da 11 anni)

fonte: Giunti