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Si può programmare un GLO di un quarto d’ora?

La normativa non stabilisce quanto deve durare il GLO ma dice chiaramente cosa deve essere fatto in questi incontri:

  • elaborare e approvare il PEI nel primo;
  • verificare i risultati in quelli intermedi  (anche se ce ne fossero più di uno);
  • verificare i risultati e quantificare le risorse nell’ultimo.

Se viene dato un tempo prestabilito irrisorio, come 15 minuti è assolutamente impossibile anche solo leggere velocemente il documento, tanto meno analizzarlo e discuterlo per poter arrivare a una formale approvazione.

È comprensibile che le scuole che hanno molti studenti e di conseguenza GLO da organizzare cerchino di ottimizzare i tempi, ma devono anche organizzarli in modo che tutto quello che si deve fare venga effettivamente fatto.

Una buona pratica è certamente quella di consegnare ai membri, prima dell’incontro, la bozza del PEI da approvare, evitando quindi di doverlo leggere seduta stante.

Quindi se non viene fatto spontaneamente, e di solito NON VIENE FATTO, i genitori dovrebbero richiedere, meglio se per iscritto, di ricevere una copia del PEI qualche giorno prima del GLO per poterlo leggere e analizzare insieme agli specialisti, nell’eventualità che ci fossero dei punti da modificare, discuterne  con l’insegnante di sostegno o altro insegnante che materialmente redige il documento e arrivare all’incontro con il PEI pronto per essere approvato, il quale in quella sede può benissimo non essere neanche letto, se la richiesta non sarà accolta meglio non approvare il PEI e chiedere nuovo incontro del GLO immediato.

Secondo il DL 182/20  art. 4 c. 9
«I membri del GLO hanno accesso al PEI discusso e approvato, nonché ai verbali.»

Da notare che si parla sia di PEI “discusso” (ossia della bozza esaminata durante il GLO) che “approvato”, ossia il testo definitivo.

Poiché anche i genitori sono membri del GLO, questo diritto vale ovviamente anche per loro.

 

Inoltre nelle Linee Guide allegate sempre al DL 182/20  è ulteriormente specificato questo diritto a pag 11 è scritto «Tutti i membri del GLO RICEVONO la DOCUMENTAZIONE utilizzata nell’incontro e hanno accesso al PEI discusso e approvato, nonché ai verbali. » ciò significa che i genitori non devono solo ascoltare durante il GLO ciò che è scritto nel PEI ma devono avere una copia della BOZZA (=altrimenti di quale altra documentazione si parlerebbe?). 

È molto difficile discutere adeguatamente un documento complesso come come il PEI in 15 minuti, ce ne vogliono di più solo per leggerlo, ma se neppure si dà la possibilità di accedere alla bozza prima dell’incontro possiamo ritenere certo che si arriverà alla conclusione dei lavori senza aver raggiunto lo scopo del GLO, ossia approvare il PEI.

Sostegno, possibile ridurre le ore di assistenza specialistica per esigenza di bilancio

Fonte: Ansa

L’assistenza specialistica* scolastica per gli studenti con disabilità può essere garantita soltanto nei limiti delle risorse nella disponibilità degli enti locali.

Lo ha stabilito il Consiglio di Stato (sentenza 1798/2024) respingendo il ricorso di due genitori di un ragazzo con disabilità.

Il Consiglio di stato con questa sentenza applica rigorosamente la legge esistente (e non poteva fare altrimenti!) in particolare il Dlgs 66 del 2017 che dice che il GLO propone, non decide, le risorse necessarie per l’inclusione e che, all’art. 3 c. 5, dice che “gli enti locali provvedono ad assicurare il personale di assistenza* «nei limiti delle risorse disponibili” .

Pioggia di critiche alla sentenza, dalla ministra per le Disabilità Alessandra Locatelli, alla Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish) e al M5s.

“La pronuncia del Consiglio di Stato sull’assistenza agli studenti con disabilità – afferma Locatelli – dal mio punto di vista non è giusta, sono molto dispiaciuta e sono vicina alla famiglia che ha reagito per chiedere il rispetto dei diritti per il proprio figlio e sostegni più equi, purtroppo senza un buon esito. Si tratta – ha aggiunto – di una sentenza isolata di una sezione del Consiglio di stato. Mi auguro quindi che, a breve, lo stesso Consiglio di stato possa riunirsi in Adunanza Plenaria per dare una risposta univoca e giusta, anche alle tante situazioni pendenti, che valga per tutti gli studenti con disabilità, e che garantisca ad ognuno gli stessi diritti di partecipazione e di accompagnamento alla crescita dal punto di vista scolastico, sociale, civile e culturale nel nostro Paese”.

“La priorità deve essere quella di garantire l’inclusione, tutelare i diritti e valorizzare le competenze e i talenti di ogni persona, a partire dalla scuola e con tutti i dovuti sostegni – sottolinea la ministra-. La riforma sulla disabilità che stiamo attuando va in questa direzione e sono profondamente convinta che tutti, ognuno nel suo ruolo, dobbiamo contribuire a migliorare la qualità della vita delle persone e delle famiglie”.

Di “duro colpo per i diritti degli studenti con disabilità” parla la Fish, secondo cui la sentenza “rischia di minare i diritti costituzionalmente garantiti e rappresenta un grave passo indietro nella tutela dei diritti fondamentali”, in primis “negando il diritto all’assistenza per l’autonomia e la comunicazione, che nella sentenza è declassato ad un semplice interesse legittimo, subordinato alle disponibilità di bilancio degli enti locali.

Questo contrasta apertamente con la giurisprudenza consolidata della Corte Costituzionale, tra cui la sentenza n. 275/16″.

Il pronunciamento del Consiglio di Stato, afferma Gilda Sportiello, deputata del M5s e componente della commissione Affari sociali, “lascia l’amaro in bocca e ricorda ancora una volta quanto sia importante e non più rinviabile l’intervento dello Stato che deve assumersi la responsabilità di garantire gli stessi diritti per tutti e tutte. Per questo ho presentato una proposta di legge affinché mai più venga negato il diritto allo studio agli studenti e alle studentesse con disabilità: è inconcepibile che diritti fondamentali siano subordinati a ragioni di spesa”.

 

*(Assistenza specialistica = si distingue in assistenza all'autonomia e alla comunicazione, ma poi ci sono regioni che chiamano gli "operatori" in maniera diversa, es. PEA (personale educativo assistenziale), OEPAC, ASACOM, ecc...)

 

 

 

Il 6 Dislessico

Il sei dislessico, cos’è?

Il sei dislessico è quella sufficienza che viene data al bambino/ragazzo con uno o più DSA perché supera la prova valutativa con gli strumenti compensativi.

Il ragionamento ERRATO  che fanno alcuni insegnanti è, visto che lo studente ha sostenuto la verifica con gli strumenti e anche se la prova sarebbe da un voto più che positivo (7,8,9 o 10)  proprio per l’utilizzo di quello strumento (previsto dalla normativa e dal PDP), il suo voto sarà 6, perchè “non è giusto” nei confronti dei compagni di classe che non hanno utilizzato strumenti (ma che non hanno neanche le medesime neurodivergenze).

Capite bene che un ragionamento del genere non sta né in cielo né in terra,  non è corretto né sul piano etico, né sul piano normativo (legge 170/10 e DM 5669/11 e linee guida allegate).

Facciamo un esempio di paragone:

se un bambino miope supera una verifica, non gli si mette 6 perché l’ha superata utilizzando uno strumento che compensa la mancanza di vista, gli occhiali. 

Gli strumenti compensativi per i ragazzi con DSA compensano una abilità deficitaria dello studente mettendolo sullo stesso piano degli altri, non sono dei facilitatori. 

Nei disturbi specifici dell’apprendimento abbiamo una variabile in più, perché utilizzando gli occhiali  correggo la miopia sino a 10 decimi, mentre invece utilizzando gli strumenti compensativi, l’apprendimento non ha un limite, la conoscenza non ha un limite,  MA INVECE VIENE LIMITATA LA MOTIVAZIONE CON UN VOTO INGIUSTO.

Quindi se uno studente con DSA utilizza gli strumenti compensativi e merita 8, 9 o 10 E’ GIUSTO  che quel voto gli venga messo, anche perché quando merita un voto negativo gli viene messo con molta tranquillità, senza domandarsi se quel voto è dato da una non effettiva conoscenza dell’argomento, o  da una verifica non strutturata correttamente secondo il profilo di funzionamento, o addirittura da una inadempienza del PDP.

Insieme agli importantissimi progetti sulla giustizia, sull’integrazione, sull’inclusione, facciamo le cose per bene dando ad ognuno il voto che merita, il più grande nemico dei ragazzi con DSA è la mancata consapevolezza di chi non li conosce.

Cosa si intende per Libro ad Alta Leggibilità?

È un libro di narrativa che abbatte le barriere tipografiche per rendere più amichevole la pagina il testo non giustificato facilita il passaggio da una riga all’altra e paragrafo spaziato offre traguardi di lettura facilmente raggiungibili la carta color crema e non da riflessi e l’uso di uno specifico carattere di stampa garantisce la massima chiarezza.

Font ad alta leggibilità

 

Vorrei fare un appello, alle case editrici affinché amplino le loro proposte letterarie ad alta leggibilità, affinché tutti i bambini e ragazzi con difficoltà di lettura possano scegliere ciò che preferiscono e non ciò che le case editrici abbiano stabilito che siano indicati per loro.

Poi farei un appello anche alle librerie, perché spesso l’offerta di libri ad altre agibilità è veramente molto scarsa.