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Maturità 2023: i 5 punti bonus

I candidati alla maturità 2023 che vogliono prendere un voto alto possono contare sui cinque punti bonus, che i docenti della commissione possono scegliere di attribuire ai candidati, OM. 45 del 2023 art 16 c. 9- c (pag. 14).

Per assegnarli però devono prima verificare che la situazione del candidato rispetti una serie di requisiti. 

La prima cosa che occorre tener presente è che per sapere se si può accedere ai punti di bonus o no occorre aspettare di superare l’esame orale della maturità.

Le condizioni fissate dal Miur per l’assegnazione di fino a 5 punti bonus in più sono infatti due:

  • essere stati ammessi all’Esame di Stato con almeno 30 crediti;
  • aver totalizzato almeno 50 punti alle 3 prove d’esame.

Questo significa che la commissione potrà assegnare il bonus solo ai maturandi che, senza alcun aiuto, sono arrivati a prendere il diploma con 80.

Attenzione però: queste due condizioni sono necessarie, ma non sufficienti.

I 5 punti non verranno infatti assegnati a tutti coloro che le soddisfano, ma solo ai ragazzi che verranno ritenuti meritevoli dai commissari.

Difficile dire, quindi, quali altri fattori vengano presi in considerazione dato che molto dipende dai professori. 

Cosa significa programmazione didattica per “obiettivi minimi”?

Il termine obiettivo minimo non è mai stata riportato in nessuna norma.
Arrivare agli obiettivi minimi  è , detto in parole povere, arrivare al 6 (voto), ma questo vale per tutte le tipologie di studenti, per essere ammesso alla classe successiva lo studente deve arrivare almento alla sufficenza in tutte le discipline.
Quindi si può dire che il programma per “obiettivi minimi” NON esiste.
 
Purtroppo è una espressione che genera tanti equivoci e, per questo motivo, sarebbe da evitare.
 
Oggi con l’applicazione del “nuovo PEI” Dlgs 182 del 2020 e del Dlgs 153 del 2023 che lo ha modificato, la dicitura corretta è Obiettivi personalizzati.
 
Gli  OBIETTIVI PERSONALIZZATI, sono obiettivi “tarati” su quel determinato studente con “particolari” caratteristiche (Legge 104/92).
 
Per gli studenti con disabilità è possibile ridurre gli obiettivi della classe fino ai contenuti ritenuti essenziali (della disciplina) rimanendo tuttavia dentro la programmazione della classe.
 
Per gli studenti con disabilità anche i criteri di valutazione possono essere personalizzati e in questo caso vanno definiti nel PEI materia per materia.
 
Nel primo ciclo tutte le personalizzazioni portano al diploma.
Nel secondo ciclo molto meglio parlare di equipollenza delle prove, perchè la non equipollenza non porta al diploma.

La situazione degli studenti con DSA è diversa perchè la programmazione didattica deve essere la stessa della classe.

Questi studenti sostengono le verifiche e le prove degli esami uguali ai loro compagni, ma  strutturate secondo i loro bisogni e specificati nnel PDP ( tempi aggiuntivi e uso di strumenti compensativi ed entro certi limiti è possibile personalizzare i criteri di valutazione, ad esempio assegnando maggior peso ai contenuti e meno alla forma).

Gli insegnanti possono rifiutarsi di scrivere del PEI alcune cose?

Durante il GLO i genitori e il rappresentante dell’equipe clinica, possono proporre di inserire nel PEI  cose  a loro giudizio, indispensabili, quali:
– intervento in classe di specialistri
– strumenti compensativi e dispensativi
– ecc…

Se c’è disaccordo fra i membri del GLO, si passa ai voti?

Il GLO non è un organo collegiale ma un gruppo di lavoro.

Nessuna norma parla di votazioni,  queste richieste possono essere non accolte ma vanno verbalizzate spiegando perchè vengono respinte, Dlgs 153/23 art. 3 c. 9:

«9. Il GLO elabora e approva il PEI tenendo in massima considerazione ogni apporto fornito da coloro che, in base al presente articolo, sono ammessi alla partecipazione ai suoi lavori, motivando le decisioni adottate in particolare quando esse si discostano dalle proposte formulate dai soggetti partecipanti.»

Ovviamente se gli insegnanti non prendono in considerazione i suggerimenti dei genitori e del rappresentante dell’equipe medica gli insegnanti se ne assumo le responsabilità.

Il PCTO è obbligatorio anche per gli studenti con disabilità?

Non è prevista nessuna esenzione, ma l’alternanza va organizzata in base alle potenzialità dello studente, pensando soprattutto al suo progetto di vita.

Non c’è nessun rapporto tra la programmazione differenziata, che riguarda solo la scuola, e la possibilità in futuro di accedere ad una attività lavorativa. L’alternanza può svolgere un ruolo importantissimo a questo riguardo, sviluppando l’autonomia e le competenze lavorative di base, come la capacità di osservare degli orari, di concentrarsi su un compito, di relazionarsi con i colleghi di lavoro ecc.

Ricordiamo che il DL 66/17 inserisce l’organizzazione dell’alternanza tra i contenuti indispensabili del PEI (ovviamente nelle classi coinvolte):

e) [il PEI] definisce gli strumenti per l’effettivo svolgimento dei percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento, assicurando la partecipazione dei soggetti coinvolti nel progetto di inclusione (art. 7 c. 2 lettera e).

La partecipazione va quindi assicurata, si tratta di progettare come.

I genitori fanno parte del GLI?

La composizione del GLI è stata modificata dal DL 66/17, art. 15, già in vigore per questa parte, i due commi che interessano, n. 8 e n. 9:

Come si vede i genitori non fanno parte del GLI (comma 8)  ma sono coinvolti con un ruolo di consulenza e supporto in alcune fasi particolari, anche se importanti, ossia quando si discute del Piano per l’Inclusione (comma 9).

Il GLI è nominato dal dirigente scolastico (comma 8).

Per quanto riguarda le altre persone (genitori, studenti, rappresentanti, associazioni) il soggetto che si avvale della consulenza è il GLI per cui penso si possa ritenere, anche se non è scritto, che si tratti di una individuazione decisa collegialmente da tutto il GLI, anche se la convocazione sarà firmata dal dirigente in quanto presidente.

La consulenza può essere decisa anche di volta in volta, in base agli argomenti da discutere e alle competenze delle persone.


Dal DL 66 art. 9 .
Comma 8
Presso ciascuna istituzione scolastica è istituito il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI). Il GLI è composto da docenti curricolari, docenti di sostegno e, eventualmente da personale ATA, nonché da specialisti della Azienda sanitaria locale del territorio di riferimento dell’istituzione scolastica. Il gruppo è nominato e presieduto dal dirigente scolastico ed ha il compito di supportare il collegio dei docenti nella definizione e realizzazione del Piano per l’inclusione nonché i docenti contitolari e i consigli di classe nell’attuazione dei PEI.


Comma 9.
In sede di definizione e attuazione del Piano di inclusione, il GLI si avvale della consulenza e del supporto degli studenti, dei genitori e delle associazioni delle persone con disabilità maggiormente rappresentative del territorio nel campo dell’inclusione scolastica. Al fine di realizzare il Piano di inclusione e il PEI, il GLI collabora con le istituzioni pubbliche e private presenti sul territorio.