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Come conservare le mappe, tabelle e formulari

Ci sono ragazzi che preferiscono usare le mappe direttamente dal PC o dal Tablet, per questi questo articolo non serve.
Per i ragazzi che invece preferiscono avere le mappe stampate per consultarle, qua sono suggeriti alcuni sistemi per tenerle in ordine. 
Per la mia esperienza (con i miei figli) ho trovato 3 sistemi:

1 –  CON I PORTALISTINI


2 –  RACCOGLITORI  AD ANELLI

All’interno:
raccoglitore2

Con fogli trasparenti
Senza fogli trasparenti, fogli formato A4 bucati con bucafogli a 4 fori 






(mappa stampata su 2 figli A4) 

3 –  RACCOGLITORI FATTI IN CASA CON CARTONCINI BRISTOL  E  FERMA CAMPIONI O ANELLI (per avere meno spessore e peso possibile nello zaino)

(mappa  su 2 fogli A4)

Per rilegare il tutto si possono usare questi anelli acquistabili su Amazon su Shein e su wish

 

 


PER SEPARARE I VARI ARGOMENTI

Si possono usare i Post-IT post  

oppure dei fogli bristol coloratischede

 


RACCOGLITORI PIU ‘ADATTI SECONDO L’ORDINE DELLA  SCUOLA FREQUENTATA

PER LA SCUOLA PRIMARIA

Si può decidere di avere un unico raccoglitore così da avere sempre il materiale necessario diietro e separare le varie materie e anche i vari argomenti.


PER LA SCUOLA MEDIA

Quando si passa alla SCUOLA MEDIA e alle SUPERIORI è necessario separare le materie.

Per le materie come storia, geografia, musica, arte si può fare un raccoglitore di schede per anno scolastico, ma per le materie come

  • matematica
  • geometria
  • inglese
  • la seconda lingua straniera

ogni anno bisognerà portarsi dietro qualcosa dell’anno precedente, essendo materie con argomenti strettamenti legati fra loro, quindi il raccoglitore diventerà sempre più grande…qualcosa dovrà essere tolto per forza, diventerebbe troppo pesante da portare in spalla…

Qualcuno so che preferisce adottare il sistema delle elementari, cioè un unico raccoglitore per tutte le materie, poi man mano che si riempie si tolgono gli argomenti più vecchi.

La scelta dell’uno o dell’altro sistema dipende, oltre che dalla scelta individuale, anche dai vari professori,  cioè se durante le verifiche orali o scritte andranno a ripescare anche gli argomenti pù vecchi, o chiederanno solo i più recenti.


PER CHI USA IL PC O IL TABLET A SCUOLA

Tutti i materiali devono essere ben organizzati dentro a delle cartelle suddivise per

DISCIPLINE  – – – – – > ARGOMENTI


BUONO STUDIO ☺️

La didattica a distanza ha dimostrato a tutti che il computer non fa tutto da solo

Giacomo Cutrera ha scritto questo post su facebook il giorno 11 giuno 2020.

 

In questi mesi quarantena molta gente mi ha chiesto cosa ne penso della didattica a distanza.
L’argomento è vasto e non basta un post di poche righe per dire tutto, ma voglio condividere alcune riflessioni.
La didattica a distanza ha due grossi problemi :la didattica e la distanza.
Il primo problema sta nel fatto che la didattica è molto soggettiva e ogni docente ha la sua idea rispetto a come dovrebe essere.
Questa idea può essere più o meno inclusiva, più o meno tecnologica e più o meno funzionale.
La distanza è un amplificatore che mette a nudo tutte le fragilità dello stile di insegnamento di ogni insegnante.
Chi era già abituato a registrare le spiegazioni e fornirle come materiale di studio indubbiamente si è sentito meno spaesato, ma la stragrande maggioranza dei docenti invece ha dovuto approcciarsi per forza di cose a uno strumento “nuovo” con il quale non avevano mai avuto un buon rapporto: il computer.
Ho ascoltato tanti racconti da parte di insegnanti che hanno gli stili di insegnamento più disparati e c’è un’unica cosa sulla quale erano tutti d’accordo: la fatica.
Buttare li un pc e pretendere che una persona lo sappia immediatamente adoperare per fini didattici è assurdo e finalmente siamo tutti concordi nel dirlo.
Per anni i ragazzi dislessici, che necessitavano di un computer per utizzare la sintesi vocale, si sono visti buttar li un pc con la convinzione che studente e pc diventassero all’istante un tuttuno che opera in perfetta sinergia.
Tante volte mi è stato detto che il pc non va bene perché è troppo comodo, perché toglie la fatica, perché fa tutto lui.
Ora in questa situazione di scomodissima didattica a distanza, dove gli insegnanti fanno il doppio della fatica per spiegare la metà delle cose che insegnavano prima, appare chiaro che il computer non toglie la fatica, che imparare a usarlo non è una cosa immediata e che sicuramente doverlo usare non è una facilitazione.
Spero che questo concetto che oggi è così chiaro resti nella mente di tutti anche quando si tornerà a scuola.

un abbraccio
Jack

Vi hanno detto che i vostri figli sono indietro con il programma? Ecco perché è una bugia

Oggi voglio dirvi una cosa importantissima, che potrebbe avere un impatto decisivo sul vostro futuro. I programmi scolastici non esistono più. Questa rivelazione, che potrà sembrarvi una provocazione o una battuta, non è né l’una nell’altra. Inoltre, proprio a dirla tutta,  il fatto che nelle scuola, badate bene, in tutte le scuole, non esistano più i programmi non è proprio una novità, è un fatto che ha oltre dieci anni. Ma andiamo con ordine.

I programmi nazionali sono stati sostituiti dalle Indicazioni Nazionali, che sono di due tipi: per la scuola materna (in scuolese: scuola dell’infanzia), elementare e media (in scuolese: primaria e secondaria di primo grado) e per le scuole superiori (diversi per licei e istituti tecnici e professionali).

In sostanza cosa cambia? Le Indicazioni, rispetto ai programmi che, vogliamo ripeterlo non esistono più, non sono prescrittive, non indicano gli argomenti che devono essere studiati dalle scuole di tutta Italia e non impongono in quali classi devono essere affrontate certe tematiche. Nella società della complessità sarebbe quantomeno strano immaginare che a prescindere dal loro contesto territoriale, culturale e sociale, tutti i bambini dovessero apprendere gli stessi contenuti.

Continua a leggere nell’articolo originale… 

Vi hanno detto che i vostri figli sono ‘indietro col programma’? Ecco perché è una bugia

Cosa significa programmare una verifica (scritta o orale)

VERIFICHE  PROGRAMMATE (SCRITTE  O  ORALI)

 
La legge 170  e la legge 104 prevedono come elemento compensativo che le interrogazioni vengano programmate.
 
Per molti Insegnanti questo vuol dire: “il giorno tale ti interrogo” (le verifiche scritte hanno un giorno definito per tutta la classe) ma non è proprio così,  significa innanzitutto dedicare 3 minuti all’alunno, controllando  che nel giorno prescelto non ci siano altre interrogazioni o verifiche , dire all’alunno gli argomenti oggetto dell’interrogazione e controllare che scriva correttametne sul diario e al giorno giusto.
 

Quando un insegnante fa questo dimostra:

  • interesse nel voler mettere l’alunno nelle condizioni ottimali per svolgere la verifica, 
  • di conoscere la normativa  e di rispettarla
 
Ricordiamoci che un ragazzo con i DSA o con una qualsiasi disabilità, ha bisogno di molto piu tempo di un neuro-tipico per prepararsi ad una verifica.
 
E’ bene ricordare 2 cose fondamentali:
  • il DIARIO per un ragazzo con i DSA o con una disabilità, è spesso uno strumento difficilissimo da usare
  • verifiche a SORPRESA sono assolutamente illegittime e contestabili