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Differenza fra PEI con percorso A – B – C e differenza fra primo e secondo ciclo
Spesse volte si sente fare questa dimanda: gli alunni con disabilità conseguono un titolo di studio valido?
Dobbiamo distinguere tra il primo e il secondo ciclo di istruzione.
SCUOLA SECONDARIA DI I° GRADO
Nel primo ciclo, ossia scuola Primaria e Secondaria di Primo Grado, la programmazione è sempre valida per la promozione alla classe successiva, anche quando è completamente differenziata poiché la valutazione degli alunni con disabilità avviene sempre in base al loro Piano Educativo Individualizzato.
Infatti nel modello di PEI previsto dal MIUR nella sezione 8 sono possibili 2 soli percorsi :
- Percorso A, curricolare cioè uguale al resto della classe
- Percorso B, programma personalizzato e individualizzato (può essere anche molto diverso dal programma curricolare).
DL 62 del 13 aprile 2017 art.11 c. 6
Il percorso B in ogni caso porta al ricevimento del Diploma di fine cilo.
Solo se l’alunno non si presenta agli esami finali non riceve il diploma, ma un attestato dei crediti formativi (non verrebbe bocciato), con il quale può accedere alle scuole superiori, ma non può fare un percorso per raggiungere il diploma, in quanto gli manca il totolo della secondaria di primo grado.
SCUOLA SECONDARIA DI II° GRADO
La situazione cambia nel Secondo Ciclo (scuola superiore) infatti in questo ordine di scuola agli studenti con disabilità viene garantita la frequenza, ma non il conseguimento del titolo di studio.
Oggi è in vigore il nuovo PEI, con il 182/20 , sono definite le nuove modalità per l’assegnazione delle misure di sostegno, previste dal decreto legislativo DL 66-2017 e i modelli di piano educativo individualizzato (PEI), da adottare da parte delle istituzioni scolastiche.
Sono previsti 3 percorsi di studi:
-
PERCORSO A
Obiettivi curricolari, cioè uguali alla classe (stesse identiche verifiche, stessi criteri di valutazione, nessun tipo di personalizzazione, niente strumenti compensativi e dispensativi)
-
PERCORSO B
Obiettivi personalizzati, ma riconducibili a quelli della classe, quindi per ogni materia bisogna specificare le personalizzazioni, (come strutturare le verifiche equipollenti, i criteri di valutazione, gli strumenti compensativi e dispensativi), linee guida Allegato B del DL 182 del 2020 modificate dal DL 153 del 2023 pag 36 “Per conseguire il diploma lo studente deve seguire un percorso di studi che, anche se personalizzato, sia sostanzialmente riconducibile a quello previsto per l’indirizzo di studi frequentato e sostenere, in tutte le discipline, prove di verifica ritenute equipollenti, ossia ritenute dello stesso valore di quelle somministrate alla classe”.
-
PERCORSO C
Obiettivi differenziati, diversi in modo sostanziale alla classe.
Questo percorso non porta ad un diploma ma a un attestato dei crediti formativi. Con le ultime modifiche alla normativa non è più possible esonerare da una disciplina, quindi per le disabilità molto gravi l’insegnante dovrà trovare un modo per ridurre e semplificare al massimo.
Per il percorso C è necessario il consenso della famiglia, che va chiesto solo la prima volta, attraverso la firma di un documento, poi gli anni successivi decide solo il consiglio di classe.
Per questo è importante che i genitori siano ben informati e consapevoli quando prendono la loro decisione dalle Linee Guida allegate al Dlgs 182/20 pag. 37 “La prima applicazione della programmazione differenziata richiede una formale proposta del Consiglio di classe ai genitori, che successivamente deve essere concordata con loro: essi possono rifiutarla e in questo caso saranno somministrate in tutte le discipline delle prove equipollenti, ossia valide secondo l’ordinaria progettazione dell’indirizzo di studi frequentato, anche se andranno comunque garantite le attività di sostegno e continueranno ad essere applicate tutte le personalizzazioni ai metodi di valutazione indicati nel riquadro 8.2.
La scuola deve verificare che siano chiare ai genitori le conseguenze di ogni decisione presa in questo ambito, ossia che cosa comporta l’accettazione del percorso differenziato ma anche quali possono essere i rischi di insuccesso a cui lo studente può andare incontro se deve sostenere valutazioni equipollenti. Poiché i soggetti coinvolti in questa decisione (genitori e Consiglio di classe) partecipano ai lavori del GLO, ma sono autonomi e distinti rispetto ad esso nelle rispettive differenziazioni, si deciderà secondo i casi se inserire queste procedure all’interno del gruppo stesso, verbalizzando le decisioni assunte, o se sia più opportuno gestirle separatamente.
Negli anni successivi la continuazione del percorso differenziato viene considerata automatica, salvo diversa decisione del Consiglio di classe, anche derivante da motivata richiesta della famiglia”.
Dal sito del Ministero (le FAQ) leggiamo: cos’è la Programmazione Differenziata?
“Nella Scuola Secondaria di Secondo Grado (Scuola Superiore) quando gli obiettivi del Piano Educativo Individualizzato sono nettamente difformi rispetto a quelli dell’ordinamento di studi della classe, la programmazione viene dichiarata differenziata e l’alunno pertanto non può conseguire il titolo di studio.
Salvo situazione eccezionali, la programmazione differenziata si applica solo in caso di disabilità di tipo cognitivo”.
La famiglia può opporsi alla richiesta; in questo caso l’alunno seguirà ugualmente il suo PEI, con il sostegno e ogni altra tutela prevista, ma la valutazione sarà effettuata in base ai criteri definiti per tutta la classe, (senza firma della famiglia la scuola non può passare al differenziato) , ovviamente lo studente se non raggiunge gli obiettivi previsti per un percorso equipollente può essere “rimandato” o bocciato (consiglio: leggere attentamente senza escludere niente qualsiasi scritto viene dato da firmare).
Alla fine dell’anno scolastico, l’alunno che segue una programmazione differenziata viene ammesso alla classe successiva, ma di fatto non ha conseguito la promozione.
Sulla pagella andrà annotato che la valutazione è stata effettuata in base al proprio Piano Educativo Individualizzato.
Nessuna nota particolare va mai inserita nei tabelloni esposti al pubblico.
Al termine del percorso non consegue il diploma ma un attestato dei crediti formativi.
E’ POSSIBILE TORNARE DAL PERCORSO DIFFERENZIATO AL PERCORSO VALIDO PER IL DIPLOMA?
E’ possibile ma dipende da alcuni fattori :
- da quanti anni l’alunno è stato con il differenziato
- da quello che ha fatto in questi anni
- e dal consiglio di classe, perché la decisione non spetta alla famiglia ma ai professori per maggioranza, se non sono d’accordo, rimane il differenziato, ma la famiglia potrà chiedere di far sostenere allo studente degli esami integrativi per dimostrare che è in grado di “rientrare”.
Come deveono essere e quando fare questi esami il ministero non lo ha specificato, ma certamente non rientrano tra quelli definiti dal DM 5 del 2021 .
Nessuno ha mai detto, ad esempio, se si possono fare in corso d’anno o solo alla fine, come gli altri esami.
In assenza di disposizioni decide la scuola.
PER CONCLUDERE
In base al DL 62/17 art. 20 c. 5 i candidati con disabilità conseguono l’attestato in 3 casi:
- se sono state predisposte per loro dalla commissione prove non equipollenti (percorso C)
- se non partecipano agli esami
- se non sostengono una o più prove.
Differenza fra mappe concettuali e mappe mentali
Il ruolo della mappa per i dislessici è quello di organizzare le idee e fissare i concetti chiave per richiamare alla memoria informazioni articolate.
In realtà le mappe mentali sono uno strumento prodigioso per tutti, non solo per la dislessia e DSA. Infatti, lo studioso Tony Buzan ha creato la tecnica del mind mapping durante degli esperimenti sulla memoria.
Devi sapere che la memoria non è un processo unitario: le informazioni che raccogliamo vengono dislocate in “cassetti” diversi del cervello. Richiamare alla mente un dato o un ricordo può essere un’impresa per tutti noi e per chi è dislessico, può essere ancora più faticoso. Una ragione in più per ricorrere a uno strumento intuitivo e flessibile come la mappa.
Riassumendo, la mappa concettuale/mentale è un valido aiuto per la dislessia perché:
- sostituisce il testo con immagini e parole chiave e rende le informazioni assimilabili più facilmente;
- aiuta a memorizzare qualsiasi argomento e può essere utilizzata per tutte le materie di studio;
- aiuta gli studenti dislessici a diventare autonomi nello studio.
Le mappe quindi sono un utile strumento di studio, ma per essere veramente efficace ognuno deve preparare le proprie, facendosi guidare dalle proprie capacità cognitive e logiche…. (ecco perchè dovrebbero essere i ragazzi stessi a farle) quelle pronte che trovate nel web, questo sito compreso, sono utili per capire come farle e nei momenti in cui il carico di compiti non concede abbastanza tempo per farle, ma poi devono essere adattate ai propri libri di testo, ai propri insegnanti , ma cosa principale, al profilo di funzionamento del ragazzo stesso, una mappa può essere utilissima per un ragazzo è non esserlo affatto per un altro.
LE MAPPE CONCETTUALI
Nelle mappe concettuali sono espresse appunto i CONCETTI legati insieme da una PAROLA LEGAME, sono strutturate in TRIADI, vanno dall’alto verso il basso formando una sorta di piramidi
da una stessa parola legame possono scaturire più concetti
Dal secondo concetto parte un altra parola legame e poi un altro concetto e così via…..
Le mappe concettuali essendo strutturate per concetti sono di facile lettura, perchè formano periodi completi,
leggiamo: “la materia è tutto ciò che possiamo vedere toccare e sentire, è formata da molecole, ha 3 forme solido liquido e gassoso, i solidi hanno legami forti, i liquidi hanno legami deboli, i gassosi hanno legami super deboli”, sono quindi strumenti importanti per chi ha anche difficoltà ad organizzare il discorso.
Rappresentando concetti, non possono esserci solo poche parole chiave, come vorrebbero alcuni insegnanti, anche perchè un ragazzo con uno o più DSA fra i vari disturbi potrebbe avere anche quello di non riuscire da solo a sviluppare un discorso ben articolato , quindi ha bisogno di una “guida”, le mappe dalla normativa non sono considerati facilitatori, ovvio che una mappa non deve essere un riassunto di tutto quello che è scritto nel libro.
Se possibile piuttosto che inserire un concetto complesso meglio inserire un’immagine esplicativa che possa richiamare alla mente il concetto.
Utilizzare font di varia grandezza, il grassetto e colori per mettere in luce i punti principali.
LE MAPPE MENTALI
Al contrario delle precedenti le mappe mentali sono mappe che usano poche parole, di solito sostantivi, si basano su legami di importanza che poggiano sui vari RAMI , che vengono chiamati PADRI FIGLI, NIPOTI.
Si parte dal centro (dove si scrive l’argomento di cui si sta per parlare) e si inizia a disegnare (se fatte a mano) i rami, prima più spessi poi sempre più sottili, per far apparire graficamente chiaro la correlazione con i PADRI, è buona norma per ogni padre e i successivi rami usare uno stesso colore.
Per fare una buona mappa mentale, (specialmente se fatta a mano), è bene dividere il foglio in 4 parti come i punti cardinali
nei punti nord e sud, è meglio non scrivere, perchè nello scrivere bisognerebbe girare il foglio in verticale e anche per leggere la visuale sarebbe compromessa, quindi si deve scrivere ad ovest ed est
ecco il risultato di una mappa mentale finita
Nei vari RAMI si devono mettere solo poche parole, meglio se una SOLA e soli sostantivi, NON CI VANNO I VERBI, ed è buona cosa inserire molte immagini, in modo da rendere più intuitivo il senso del discorso.
Cliccando qua si possono trovare programmi per creare mappe concettuali e mappe mentali accanto ai programmi troverete le istruzioni per l’utilizzo, anche video
COLLEGAMENTI ESTERNI
Come creare una mappa mentale
Bellissime mappe mentali
Certificazione competenze elementare e media: struttura modello, livelli e competenze chiave europee e del profilo dello studente
Fonte : www.orizzontescuola.it
Il decreto legislativo n. 62/2017, recante norme in materia di valutazione e certificazione delle competenze nel primo ciclo ed esami di Stato, ha previsto l’emanazione da parte del Miur del modello nazionale per la certificazione delle competenze al termine della scuola primaria e del primo ciclo di istruzione.
La succitata emanazione è avvenuta con il DM n. 742/2017, cui sono seguite le Linee Guida per la certificazione delle competenze nel primo ciclo, volte a fornire alle scuole indicazioni su: valutazione e certificazione delle competenze, struttura e compilazione del modello di certificazione.
Scarica: Linee Guida – DM 742/2017 Modelli di certificazione
Vediamo in questa scheda la struttura del modello, ossia le voci che lo costituiscono e che vanno compilate dai docenti di classe per la scuola primaria e dal consiglio di classe per la scuola secondaria di primo grado.
PRINCIPI FONDANTI IL MODELLO NAZIONALE DI CERTIFICAZIONE
Il modello nazionale di certificazione, come previsto dall’articolo 9 comma 3 del decreto legislativo n. 62/2017:
a) si riferisce al profilo dello studente nelle Indicazioni nazionali per il curricolo della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione;
b) è ancorato alle competenze chiave individuate dall’Unione europea, così come recepite nell’ordinamento italiano;
c) definisce, mediante enunciati descrittivi, i diversi livelli di acquisizione delle competenze;
d) valorizza eventuali competenze significative, sviluppate anche in situazioni di apprendimento non formale e informale;
e) è coerente con il piano educativo individualizzato per le alunne e gli alunni con disabilità;
f) indica, in forma descrittiva, il livello raggiunto nelle prove a carattere nazionale distintamente per ciascuna disciplina oggetto della rilevazione e certificazione sulle abilità di comprensione e uso della lingua inglese.
Nelle Linee Guida, inoltre, leggiamo che il modello nazionale di certificazione:
- è coerente con il Profilo dello studente al termine del primo ciclo di istruzione, delineato nelle Indicazioni nazionali;
- fa riferimento alle competenze chiave europee del 2006, articolate in dettaglio dalle competenze previste dal Profilo, ridotte però nel numero e semplificate come richiesto dalle scuole partecipanti alla sperimentazione degli anni scolastici 2014/2015, 2015/2016, 2016/2017.
STRUTTURA DEL MODELLI NAZIONALE
Il modello è proposto in duplice versione per la scuola primaria e secondaria, per cui in esso vi ritroviamo le Competenze chiave europee e le Competenze del Profilo dello studente. Queste ultime, naturalmente, sono differenti per i due ordini di scuola.
Il documento si articola in due parti. La prima, il frontespizio, riporta i dati dell’alunno e la classe frequentata:
La seconda parte è costituita da una tabella che si articola in tre colonne (quattro con lo spazio occupato dall’elenco numerico), che riportano rispettivamente:
- le competenze chiave europee;
- le competenze indicate dal Profilo finale dello studente, ridotte nel numero e semplificate linguisticamente;
- i livelli da attribuire a ciascuna competenza (da compilare).
La tabella (relativa al scuola secondaria di primo grado):
La tabella è costituita da nove righe, otto corrispondenti alle competenze chiave europee e del Profilo per lo studente e una costituita da uno spazio aperto, dove indicare eventuali competenze significative possedute dall’alunno, acquisite anche in situazioni di apprendimento non formale e informale.
LIVELLI DI COMPETENZA
La competenza può essere posseduta a diversi livelli, che sono descritti in fondo alla tabella di cui sopra.
I livelli di competenza sono quattro:
A – Avanzato L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi complessi, mostrando padronanza
nell’uso delle conoscenze e delle abilità; propone e sostiene le proprie opinioni e
assume in modo responsabile decisioni consapevoli.
B – Intermedio L’alunno/a svolge compiti e risolve problemi in situazioni nuove, compie scelte
consapevoli, mostrando di saper utilizzare le conoscenze e le abilità acquisite.
C – Base L’alunno/a svolge compiti semplici anche in situazioni nuove, mostrando di possedere
conoscenze e abilità fondamentali e di saper applicare basilari regole e
procedure apprese.
D – Iniziale L’alunno/a, se opportunamente guidato/a, svolge compiti semplici in situazioni
note.
Si va, dunque, dal Livello D, livello minimo di possesso della competenza, al Livello A, livello massimo.
Spetterà ai docenti di classe per la primaria e al consiglio di classe per la secondaria di primo grado attribuire un livello (A-B-C-D) a ciascuna delle competenze “chiave europee-del Profilo dello studente” sulla base di una valutazione da intendere come un processo complesso, che si prolunga nel tempo, attraverso una sistematica osservazione degli alunni in situazione.
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