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Come leggono i dislessici

Forse uno dei modi migliori per capire realmente la difficoltà di un bambino con dislessia è provare a leggere come lui stesso legge, ogni giorno.

Nel testo sotto, poche righe, sono state sostituite le lettere “uguali” pdqb, sono state le parole sono state messe su piani diversi, gli spazi fra le parole ignorati….e così via.

Leggi a voce alta, mentre qualcuno alle tue spalle, ride, sbuffa e ti prende in giro, mentre l’insegnante piuttosto stressata di dice…”e..su!….leggi meglio!…ma non vedi che quella è una P?!!”

Come-legge-un-dislessico

 

(le difficoltà nella lettura possono essere diverse da soggetto a soggetto, il testo proposto è solo uno, dei modi in cui può vedere un dislessico)

Come pensi si possa sentire un bambino?

Tu come ti sei sentito?

Per vedere un video ancora più realistico cliccate

La fatica di leggere del dott. G. Lo presti

Scrivere sotto dettatura; perchè evitare

La scrittura è un’abilità complessa, che richiede la capacità di organizzare in sequenza una serie di movimenti fini.

Per acquisire una scrittura veloce e sicura occorre pratica e tempo, ognuno di noi impiega circa dieci anni per sviluppare il proprio stile.

Ci sono dei disturbi  specifici di apprendimento che rendono la scrittura, un lavoro faticoso stressante e psicologicamente devastante.

helpPer i bambini/ragazzi con questi disturbi ,  scrivere è molto difficoltoso, per impugnare la penna impiegano molta forza, molta più di quella necessaria, si ha come conseguenza che solo dopo poche righe, arriva la fatica, i muscoli e tendini causa la troppa tensione, fanno male, aumenta la sudorazione alla mano, e quest’ultima passando sopra allo scritto provoca aloni e “sbaffi”, come se questo non bastasse hanno difficoltà a riconoscere alcuni fonemi, e a tradurli in grafemi ed ecco che una b diventa una p o una v diventa una f, ma i disturbi li portano anche ad invertire lettere e sillabe ed ecco che cane diventa neca…

Il bambino con DSA al quale viene imposto di scrivere sotto dettatura, viene sottoposto ad una “tortura” ; lo stress fisico e psicologico è enorme.

Il bambino avrà non solo difficoltà oggettive ma anche psicologiche,  perchè il bambino subirà un rallentamento nella scrittura, più scriverà e più si rallenterà, chiederà all’insegnante di ripetere, e lo farà una volta, due, forse tre…ma poi la maestra inizierà a “sbuffare” gli dirà di sbrigarsi, che non si può stare un’ora per scrivere due righe, i compagni rideranno di lui e lo prenderanno in giro, lui sarà ancora più nervoso, stanco e arrabbiato, non chiederà più di ripetere per la vergogna, lasciando indietro parole, periodi o scriverà solo scarabocchi per far vedere alla maestra che sta scrivendo quando invece non riesce a starle dietro.

Il risultato finale sarà un testo scritto in una lingua sconosciuta, senza capo ne coda, e il bambino e la persona che lo segue nei compiti a casa, di solito la mamma, dovranno passare tutto il pomeriggio a decodificare lo scritto, passando ore al telefono con altre mamme, qualcuna disponibile qualcuna meno, a farsi ridettare ciò che è stato fatto la mattina…, e questo tutti i giorni per tutti i 9 mesi scolastici, per tutti gli anni…..a me è successo per 5 anni consecutivi! È stata dura…telefonavo a giro a quelle 3-4 mamme Pressione atmosferica  primache capivano il problema, conoscevo gli orari dei loro ragazzi, cercavo di chiamare in momenti che sapevo erano in casa, ma anche nella loro grande disponibilità ogni tanto sentivo che disturbavo che avevo sbagliato il momento…..perchè….. non era solo leggere le semplici consegne dei compiti….

TUTTO QUESTO PUÒ E DEVE ESSERE EVITATO

La legge 170/10 dice che i bambini e i ragazzi con DSA, DEVONO essere ESONERATI dalla scrittura sotto dettatura.

Si può risolvere il problema dei dettati che tanto piacciono agli insegnanti (specialmente della scuola primaria), con del semplice buon senso.

Ecco alcune proposte che propongo per alleviare il lavoro agli alunni:

Esonerare l’alunno dallo scrivere sotto dettatura e…

  • Fare fotocopie dal quaderno dei compagni, sempre, ogni volta, ogni materia.
  • Se le fotocopie sono troppe e la scuola NON PUÒ FARLE, chiedere ai genitori un contributo, per le spese delle fotocopie
  • Se la  scuola non può chiedere denaro alla famiglia, per motivi fiscali, quest’ultima può acquistare carta e toner per la stampante, e fare una sorta di donazione alla scuola.
  • Se tutto questo non è possibile  c’è un sistema più economo, munirsi della vecchia e cara carta carbone e fogli x fotocopie, li si mette nel quaderno di un ragazzo, (a turno) il quale man mano che scriverà, farà la copia per il suo compagno in difficoltà (può essere anche un modo x rendere i compagni più consapevoli dei disturbi di apprendimento) dopo di chè si può o incollare il foglio con la colla, o con il nastro adesivo.
  • Ultimo consiglio, il più semplice, quello che sarebbe il più risolutivo, è quello di smettere di dettare pagine e pagine di quadernone ai bambini, in 5 ore di scuola ci sono almeno 3 o 4 materie al giorno (per le elementari),  e dalle 3 alle 6 pagine per materia, uno sforzo immane per i ragazzi che hanno difficoltà a copiare o a scrivere sotto dettatura. Ci sono i libri, bisognerebbe usare quelli e basta, se i testi adottati dalla scuola non sono idonei o esaustivi vanno sostituiti con altri più completi e moderni, l’editoria offre un’ampissima scelta.

In qualsiasi modo il bambino/ragazzo andrà a casa sereno e avrà tutta la lezione in ordine e pronta per essere studiata,  come il resto della classe.    

Copiare alla lavagna; quanto può essere difficile

Copiare, copiare alla lavagna in particolare, è considerata la più semplice tra le attività scolastiche, tanto che si tende ad attribuire distrazione e mancanza di volontà a quegli alunni che hanno difficoltà a farlo, senza considerare che potrebbero non aver sviluppato le abilità necessarie per svolgere tale compito. Lavagna

Copiare è un’attività che sembra non richiedere alcuna abilità, anzi viene ritenuto il modo per mascherare la mancanza di abilità; copiare è così semplice che forse nessuno si è mai chiesto se e quando si impara a copiare e quali requisiti siano necessari per copiare, e se c’è qualcuno che non sa copiare o che non impara a farlo (e che quindi non può farlo).

LA CAPACITÀ DI IMITAZIONE

Il piccolo d’uomo nasce con la capacità di copiare: viene chiamata “capacità di imitazione” ed è uno strumento talmente potente che dopo pochi giorni di vita il bambino è in grado di imitare il sorriso o la protrusione della lingua.

Tutte le principali acquisizioni, anche quelle complesse come il linguaggio verbale hanno come pietra milire la capacità di imitazione (cioè di copia).

La capacità di copiare è dunque un’importante componente dei processi di apprendimento.

É tuttavia una capacità che non viene insegnata: è innata e si sviluppa spontaneamente grazie a processi di apprendimento implicito.

L’adulto nemmeno si rende conto che la sollecita con le sue richieste rivolte al bambino e queste non possono essere considerate azioni di insegnamento nel senso proprio del termine, cioè situazioni organizzate specificamente con lo scopo di sviluppare un’abilità.

LE COMPETENZE NECESSARIE

La copia di un gesto, di una parola, o di disegno richiede numerose competenze: innanzitutto la capacità di ricostruirsi una rappresentazione mentale del modello da copiare, sia esso un gesto o una parola. In secondo luogo, sono necessarie delle abilità di riproduzione: pattern fonologici evoluti per quanto riguarda il linguaggio, abilità grafomotorie per quanto riguarda il disegno.

Un altro elemento importante è la memoria: se lo stimolo scompare, per quanto tempo la rappresentazione che si è formata resiste integra e vivida, in modo che possa essere copiata?

Quando arriva alla scuola primaria il bambino ha già fatto numerose esperienze formali di copia: disegni, costruzioni, scrittura del nome proprio e dunque ha avuto modo di sviluppare sia le rappresentazioni, che la memoria delle stesse e la capacità di riprodurle in modo riconoscibile.

COPIARE ALLA LAVAGNA

L’insegnante all’inizio della scolarizzazione scrive molto spesso alla lavagna e invita i bambini a copiare, senza tuttavia aver avuto modo di verificare se hanno sviluppato correttamente le abilità per svolgere questo compito.

Quando incontra alunni che non sanno copiare, o che sono molto lenti e non riescono a farlo prima che la lavagna venga cancellata, tende ad attribuire questa incapacità a lentezza, distrazione, mancanza di volontà o di attenzione.

Questa spiegazione ci riporta all’idea ingenua che la copiatura non richieda alcuna abilità e di conseguenza implica l’assunzione che tutti i bambini sappiano copiare, così come tutti i bambini sanno parlare o tenere una matita in mano.

In realtà, come abbiamo visto, copiare è un’abilità che, partendo da predisposizioni innate, si sviluppa attraverso processi di apprendimento implicito e quindi, se questo non succede, o succede in misura ridotta, nessuno si accorge della difficoltà nello sviluppo dell’abilità, fino a quando questa non diventa indispensabile a scuola.

Per copiare dalla lavagna è importante avere capacità di distinguere accuratamente la forma delle diverse lettere, è importante avere una buona memoria visuo-spaziale per ritrovare ogni volta il punto in cui prima abbiamo preso l’informazione, è importante avere una buona memoria e avere anche buone capacità grafo-motorie.

Oltre a un buon orientamento spaziale.

QUANDO COPIARE ALLA LAVAGNA È UNA DIFFICOLTÀ

Consideriamo un bambino con difficoltà destra-sinistra, come si troverà nella copia dalla lavagna?

Oltre a non saper tenere la direzione di lettura sinistra-destra, avrà anche difficoltà nella riproduzione corretta dell’orientamento dei segni o dei numeri sul quaderno.

E il bambino dislessico, che non è in grado di leggere l’intera parola, ma decifra lettera per lettera, che sforzo deve fare per copiare una parola o una breve frase dalla lavagna?

Suggerisco agli insegnanti che non hanno mai pensato a questa difficoltà di provare a copiare una breve frase scritta in cirillico. Scoprirete che, dovendo copiare una lettera per volta, spesso perderete il segno e che, non riuscendo a ritrovare il punto lasciato poco prima, forse ogni tanto salterete qualche lettera o qualche parola.

Se per caso nella vostra classe ci sono bambini che vengono da paesi dove si usa il cirillico, scoprirete che, mentre voi arrancate loro hanno già terminato e vi guardano ridacchiando, e vorrebbero correggervi.

Ma intanto qualcuno ha cancellato la lavagna e sta scrivendo la prossima frase, sempre in cirillico.

Se questo esperimento vi convince, e se soprattutto avete cominciato a capire quanto sia difficile per un dislessico copiare dalla lavagna, la prossima volta non lo costringerete a stare in classe durante la ricreazione per finire di copiare, ma gli allungherete una fotocopia.

Fonte: Prof. Giacomo Stella

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Se permettete vorrei dire la mia sull’argomento

Come molti genitori di ragazzi DSA, forse tutti, anche noi abbiamo dovuto fare i conti con “IL COPIARE DALLA LAVAGNA”, anche mia figlia copiava lettera x lettera, e quello che usciva fuori dai suoi quaderni…altro che cirillico!!

Ecco alcune proposte che propongo per alleviare il lavoro agli alunni e non gravare troppo sulla scuola e  sui docenti:

Esonerare l’alunno dal ricopiare alla lavagna e…

  • Fare fotocopie dal quaderno dei compagni, sempre, ogni volta, ogni materia.
  • Se le fotocopie sono troppe e la scuola NON PUÒ FARLE, chiedere ai genitori un contributo, x le spese delle fotocopie
  • Se la  scuola non può chiedere denaro alla famiglia, per motivi fiscali, quest’ultima può acquistare carta e toner per la stampante, e fare una sorta di donazione alla scuola.
  • Se tutto questo non è possibile  c’è un sistema più economo, munirsi della vecchia e cara carta carbone e fogli x fotocopie, li si mette nel quaderno di un ragazzo, (a turno) il quale man mano che scriverà, farà la copia per il suo compagno in difficoltà (può essere anche un modo x rendere i compagni più consapevoli dei disturbi di apprendimento) dopo di chè si può o incollare in foglio con la colla o con il nastro adesivo.

In qualsiasi modo il bambino/ragazzo andrà a casa sereno e avrà tutta la lezione in ordine e pronta per essere studiata,  come il resto della classe.

DISLESSIA: COME SI EFFETTUANO LE VERIFICHE SCOLASTICHE

helpLe verifiche a scuola sono sicuramente lo scoglio più duro e frustante degli studenti, in modo particolare per quei ragazzi con particolari esigenze educative BES.

Ci vorrebbe una didattica personalizzata, nelle metodiche di insegnamento, ma anche nelle valutazioni….purtroppo scuola e docenti non sempre sono pronti….

Le verifiche devono essere uguali per contenuto a quelle assegnate alla classe ma con tempi di svolgimento più lunghi oppure con una riduzione della richiesta o ancora con un adattamento delle modalità.

Durante le verifiche sarà consentito l’uso di qualsiasi strumento compensativo (PC, mappe, formulari…).

Se non utilizza un programma di lettura e se necessario, l’insegnante leggerà a voce alta qualunque testo o frase per facilitare la sola comprensione di quanto è richiesto nell’esercizio, eventualmente ripetendo più volte le consegne che dovranno comunque essere molto semplici.

Nella valutazione delle prove scritte e orali si terrà conto del contenuto e non della forma (gli errori ortografici possono essere evidenziati ma non valutati).

Sarà opportuno privilegiare frequenti verifiche orali a contenuto limitato, nelle quali l’alunno si trova più a suo agio.

Il monitoraggio dovrà essere frequente, anche a mezzo di domande flash.

Infine è importante sapere che

i progressi non saranno valutati in rapporto al resto della classe ma in riferimento al livello di partenza

– si dovrà tendere a far diventare l’alunno consapevole delle proprie capacità e dei propri miglioramenti.

Ogni errore verrà spiegato oralmente.

– Sia x le verifiche scritte che orali, l’anno dovrà essere informato sulla parte di programma sul quale sarà esaminato.

– Per le verifiche orali lo studente dovrà essere informato sulla data in cui sarà esaminato, che deve essere come minimo di 6 giorni prima


Nel caso di assenza del docente e di arrivo di un supplente, è bene predisporre una relazione da lasciare nel registro che espliciti le strategie e la metodologia adottata.

Tutti questi accorgimenti sono riportati nella legge 170, e devono essere validi in tutte le scuole di ordine e grado.