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Studente DSA o studente con DSA

Fonte: Giacomo Cutrera FB
Dislessia, Disgrafia, Discalculia e Disortografia sono compresi all’interno di un insieme che si chiama DSA Disturbi specifici dell’apprendimento.
 
Questa definizione è la traduzione letterale dell’inglese LD un termine nato diversi anni fa in un determinato contesto storico.
 
La “D” in questione è il motivo della discussione.
 
Per il gergo sanitario il termine disturbo significa “distanza dalla media” mentre in termini del gergo scolastico si intende come “qualcosa che non va”.
 
Per questo motivo molte persone nel mondo hanno sostituito la D con “Differences” o hanno cambiato direttamente la definizione in “Learning Challenges”.
 
Questo perché utilizzare termini appartenenti a un gergo in un altro contesto crea confusione.
 
 
In Italia sento spesso dire “in classe ho un DSA” e oltre a essere grammaticalmente discutibile è anche strano, una persona è un Disturbo?
Oltre al verbo essere usato al posto del verbo avere, il problema è il retropensiero che dice che il problema è del ragazzo.
 
In DSA la lettera che da fastidio a me è la A di apprendimento.
Io non ho problemi di apprendimento, io sono dislessico, io leggo a una velocità molto più bassa e dire che io ho problemi ad apprendere significa dare per scontato che si impara solo tramite la lettura e l’apprendimento scolastico del secolo scorso quando invece esistono mille altri canali di apprendimento che io uso benissimo.
 
Se ho problemi ad apprendere è perché ho davanti qualcuno che mi dice che l’unico stile di apprendimento “valido” è il suo, ma in tal caso il problema è la sua chiusura non la mia diversità.
 
Io ho un Differente Stile di Apprendimento uno stile che condivido con tantissima altra gente (tra i quali anche qualche genio indiscusso e scusate se è poco).
 
Il fatto che il mio cervello abbia questo stile di apprendimento in certi casi è un peso in altri un potenziale, in tutti una parte di me.
 
In questo caso si, con queste premesse posso anche permettermi di dire: io sono DSA, diverso nello stile di apprendimento.

Docenti che programmano solo verifiche scritte e non interrogano mai: legittimo?

Ci sono docenti che non interrogano mai ed assegnano soltanto prove scritte anche per la Teoria che generalmente viene esplicata dagli studenti durante le medesime interrogazioni orali.

Quali sono le modalità di valutazione degli studenti all’interno delle Istituzioni scolastiche?

Quante le verifiche che i docenti debbono effettuare per ogni periodo didattico, trimestre o quadrimestre?

Quali le disposizioni normative sui criteri di valutazione?

Esiste un numero di verifiche scritte o orali, da svolgersi obbligatoriamente?

Lecito che un Professore non interroghi mai, assegnando esclusivamente verifiche scritte?

Leggere tutto l’articolo su orizzonte scuola

Per gli studenti di recente immigrazione è possibile l’esonero dalle II lingua comunitaria nella scuola secondaria di I grado?

Per gli alunni di recente immigrazione è possibile sostituire la seconda lingua comunitaria con attività di potenziamento di italiano.

Si applica anche all’esame di Stato.
DM 741/17 art. 9 comma  4 “Per le alunne e gli alunni che utilizzano le due ore settimanali di insegnamento della
seconda lingua comunitaria per il potenziamento della lingua inglese o per potenziare l’insegnamento dell’italiano per gli alunni stranieri, la prova scritta fa riferimento ad una sola lingua straniera.”

Gli strumenti compensativi e dispensativi inseriti nella certificazione, devono essere adottati obligatoriamente dalle scuole nel PDP?

La Legge 170/10 art. 5 c. 2/b dice:

«2. Agli studenti con DSA le istituzioni scolastiche […] garantiscono:
b) l’introduzione di strumenti compensativi, compresi i mezzi di apprendimento alternativi e le tecnologie informatiche, nonche’ misure dispensative da alcune prestazioni non essenziali ai fini della qualita’ dei concetti da apprendere.»

Soggetto è “le istituzioni scolastiche” e il verbo usato è “GARANTISCONO”.

Quindi gli strumenti compensativi e le misure dispensative ci devono essere, ma è la scuola che decide quali.

Il buon senso direbbe che non essendo i docenti dei professionisti clinici e/o medici, dovrebbero riconoscere tutto ciò che è riportato in diagnosi, come necessario.

Le personalizzazioni necessarie sono decise dagli insegnanti che non sono tenuti a seguire rigorosamente le indicazioni dei clinici, se non lo fanno, i risultati diranno se avevano ragione i docenti o il professionista clinico/medico.

Ma questo non significa “arbitrio”, e fondamentale il monitoraggio e la  verifica e se i risultati non sono adeguati si devono modificare  L. 170/10 art. 5 c. 3: “3. Le misure di cui al comma 2 devono essere sottoposte periodicamente a monitoraggio per valutarne l’efficacia e il raggiungimento degli obiettivi. “

Quindi la scuola si prende la responsabilità di scegliere le misure compensativo o dispensative che ritiene più efficaci, ma poi verifica che funzionino davvero.

Un insegnante per individuare quali sono gli strumenti più necessari a un determinato alunno è necessario li conosca tutti e li sappia usare, purtroppo questo raramente avviene.

Chiaro è che, se i risultati non arrivano e non parlo della merasufficienza, i docenti di quell’alunno,  dovranno assumersene la piena responsabilità.

Il Tar, si è espresso più volte in merito, riconoscendo inadempienze palesi alla scuola, obbligandola al risarcimento del danno sia materiale che biologico.

Le indicazioni cliniche sono un suggerimento operativo da parte di esperti clinici in equipe che devono essere eseguiti pedissequamente solo se e quando non vi sono strumenti compensativi interscambiabili tra loro; laddove si puo compensare in diversi modi la scelta ultima, purchè ragionevole, è della scuola.

Sarebbe una cosa molto importante che lo specialista clinico nella certificazione, indichi gli strumenti compensativi e dispensativi che reputa più opportuni e li metta in correlazione con il disturbo che andranno a compensare, per dare informazioni dettagliate agli insegnanti,  ma anche questo accade raramente.

Il DM 5669/11 dice che questi interventi non vanno solo garantiti ma anche “esplicitati” ossia comunicati chiaramente (art. 5) e l’argomento viene definito meglio nelle Linee Guida a pag. 8 dove si dice che le scuole dovranno predisporre un documento (ossia il PDP) dove tutto andrà definito chiaramente.

Il DSM V raccomanda di non suddivere in etichette diagnostiche i disturbi ma di riferirsi a disturbi di apprendimento questo perchè ci sono difficolta trasversali per cui non si può concedere qualcosa in una materia e non in una altra, un alunno con dislessia, farà fatica a studiare anche la matematica, sarà lento e scorretto nella lettura dei problemi ed avere difficoltà in matematica anche senza essere discalculico.

Misure compensative dispensative slide estratte da un Power Point creato e fornito dal Prof. Guido Dell’Acqua referente area BES del MIUR per un convegno del  2018, dove sono messe in evidenza strumenti – difficoltà da compensare – vantaggi nell’uso dello strumento, (qua il power point intero).

Come devono essere strutturate le verifiche

Bambini e ragazzi con DSA hanno diritto a forme di verifica e valutazione personalizzata degli apprendimenti, la cui scelta viene indicata nel PDP.

Che cosa prevede la legge? Quali sono i criteri personalizzati di verifica e valutazione più usati?

Decreto ministeriale n. 5669 del 12 luglio 2011

al comma 2

  • consentire agli alunni con DSA di dimostrare effettivamente il livello di apprendimento raggiunto
  • creare le condizioni ottimali per l’espletamentodella prestazione da valutare (modificando se necessario tempi di effettuazione delle prove e loro strutturazione)
  • riservare particolare attenzione alla padronanza dei contenuti disciplinari, a prescindere dagli aspetti legati all’abilità deficitaria.

al comma 4

  • per l’apprendimento delle lingue straniere valorizzare le modalità che meglio consentono all’alunno di manifestare le competenze acquisite: privilegiando l’espressione orale, ricorrendo agli strumenti compensativi e alle misure dispensative più opportune;
  • Progettare le prove scritte di lingue straniere e la loro valutazione, secondo modalitàcompatibili con le difficoltà connesse ai DSA

al comma 5

  • possibilità di dispensare l’alunno da prove scritte di lingue straniere (fare solo orale)

al comma 6

  • in casi di DSA severi, possibilità di esonero totale dalla lingua straniera (su richiesta della famiglia) attenzione fare la richiesta solo in casi molto severe e solo se si è nella scuola primaria o secondaria di primo grado, in quella di secondo grado l’esonero portarà al non  rilascio del Diploma finale

al comma 3

  • utilizzare criteri di verifica e valutazione personalizzati anche in occasione degli esami di Stato.
CONSIGLI DIDATTICI PER GESTIRE LE VERIFICHE SCRITTE E ORALI
PER LE VERIFICHE SCRITTE:
  • programmare tempi più lunghi o verifica ridotte (senza  perdere l’equipollenza e senza ridurre la valutazione finale). In alternativa è anche possibile suddividere la verifica in due parti. 
  • predisporre lo spazio “adatto” per la risposta dopo ogni singola domanda (considerando la grafia dello studente se scrive a mano)
  • evitare domande troppo complesse e articolate, ma suddividerle in diverse richieste, con relativi spazi di risposta
  • prediligere domande a multirisposta
  • evitare troppe domande aperte
  • per i testi bucati inserire l’elenco delle parole da inserire
  • inserire una guida alla risoluzione dell’esercizio
  • permettere uso di strumenti compensativi funzionali allo studente
  • In qualunque situazione (test/verifica esercizio in classe) l’insegnante dovrebbe leggere la consegna
  • evitare la scrittura a mano delle consegne
  • le consegne dovrebbero essere scritte al Pc con font ad alta leggibilità del tipo Arial, Verdana, Elvetica, altro, con  dimensione 12/14 ;
  • interlinea più ampia del solito (1.5) in modo da evitare “l’affollamento visivo”;
  • uso del grassetto per evidenziare un concetto e uso di elenchi puntati o numerati per aumentare la comprensione;
  • le verifiche somministrate ad uno studente che utilizza Pc o Tablet devono essere date in digitale in modo da permettere all’alunno di usare il sintetizzatore vocale e un elaboratore di testo con correttore ortografico
  • importante evitare doppie negazioni per non creare confusione
PER LA VALUTAZIONE
  • non tenere conto degli errori di trascrizione, degli errori di ortografia, del tempo impiegato
  • l’ideale sarebbe tener conto del punto di partenza e dei risultati conseguiti, premiando progressi e sforzi dell’alunno
  • evitare l’utilizzo dei segni rossi di correzione, e rassicurare, attraverso indicazioni precise su come attuare i miglioramenti, che gli errori possono sempre essere corretti
  • nel caso di valutazione negativa nello scritto far compensare la parte deficitaria con una verifica orale
PER LE VERIFICHE ORALI:
  • è necessario considerare che molti alunni con DSA hanno difficoltà nell’organizzazione sequenziale di un discorso. É quindi consigliabile da parte dell’insegnante che vengano fatte domande mirate supportandole con strumenti visivi (schemi, diagrammi, tabelle, ecc)
  • ricordare che il tempo per i ragazzi DSA è fondamentale, hanno bisogno di tempi più lunghi per elaborare la risposta in quanto presentano anche problemi di disnomia (incapacità a richiamare alla memoria la parola corretta quando è necessaria), evitare quindi di mettergli fretta durante le interrogazioni ed evitare di ammonirlo davanti alla classe
  • Nelle interrogazioni orali è importante accettare anche risposte concise e aiutare l’alunno nell’argomentazione se si trova in difficoltà a causa della compromissione della memoria a breve termine
  • nel commentare un’interrogazione puntare soprattutto sugli aspetti positivi, dimostrando ottimismo sulle possibilità di recupero degli errori
INOLTRE:
  • fondamentale l’utilizzo di qualsiasi strumento compensativo previsto nel loro PDP/PEI a seconda della disciplina mappe concettuali, mappe procedurali, tabelle grammaticali, PC o Tablet, calcolatrice 
  • applicare una valutazione piena anche a verifiche strutturate o ridotte con l’ausilio di strumenti compensativi che spesso sono visti erroneamente come dei facilitatori.
  • fondamentale per l’autostima degli alunni con DSA sottolineare il miglioramento rispetto al livello di partenza senza soffermarsi troppo sul voto.

Si ricorda che questi suggerimenti vanno pianificati nel PDP/PEI e CONDIVISI con la famiglia.

Suggerimenti per le verifiche scritte date dal prof Guido Dell'Acqua responsabile area BES del MIUR apri

Quante verifiche in un solo giorno, e come si fa il recupero dei debiti apri


Gli strumenti compensativi e dispensativi non sono dei facilitatori! apri

Come devono essere strutturate le verifiche scritte slide estratte da un Power Point creato e fornito dal Prof. Guido Dell’Acqua referente area BES del MIUR per un convegno del  2018, (qua il power point intero).

Condivido questa tabella tabella  creata da Max Bruschi che è Capo del Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione (QUI  in versione PDF nel caso qualcuno la volesse salvare).