Stereotipie: cosa devi sapere
Assieme al deficit dell’interazione sociale e della comunicazione, le stereotipie vanno a definire un criterio cardine per la definizione della diagnosi di autismo (DSM 5, 2013).
Questi comportamenti appaiono spesso bizzarri, ripetitivi e inappropriati in contesti sociali e spesso vanno ad interferire con il funzionamento della persona nella sua quotidianità.
Le stereotipie nell’autismo si caratterizzano spesso per il rispetto di routine molto rigide, ecolalia (ripetizioni di parole e frasi) e manipolazione ripetitiva di oggetti (Lewis & Boucher, 1988; Turner, 1999).
Nell’articolo troverai:
- Comportamenti ripetitivi e routine rigide;
- Interessi ristretti e stereotipati;
- Stereotipie vocali e stereotipie motorie.
Comportamenti ripetitivi e routine rigide
Oltre ad aderire in modo rigido alle routine, le persone con autismo spesso manifestano difficoltà a tollerare i cambiamenti, soffrendo di forte ansia e instabilità nel caso essi si verifichino inaspettatamente.
Alcuni cambiamenti nella routine, come cambiare il tipo di shampoo piuttosto che la normale disposizione dei mobili o di alcune attività scolastiche possono essere motivo di grande disagio e sofferenza per la persona autistica.
Per questo si consiglia, oltre che alla strutturazione della giornata (prevedibilità e ordine) di fornire la possibilità di prevedere alcuni cambiamenti, per quanto possibile, attraverso dei supporti visivi (agenda iconica).
Alcuni esempi di comportamenti ripetitivi che spesso osserviamo nella quotidianità dei bambini, ragazzi o giovani adulti autistici sono:
- chiudere sempre la porta dietro di sé;
- girarsi a spegnere le luci ogni volta che lascia una stanza (anche se altre persone sono ancora all’interno);
- forte bisogno di mettere le cose in ordine o perfettamente allineate;
- mangiare sempre gli stessi cibi;
- fare sempre lo stesso percorso per andare in aula;
- …
Questi comportamenti possono creare grandi difficoltà al soggetto stesso e al suo contesto, per esempio, all’asilo un bambino che continua a sfarfallare le mani ininterrottamente, o a far sbattere ritmicamente il barattolo di pennarelli oltre ad impedire ad altri bambini o insegnanti di coinvolgerlo in attività di gioco o di lavoro più appropriate, tutti questi momenti rappresentano vere e proprie perdite di occasioni di apprendimento.
Interessi ristretti e stereotipati
Lo sviluppo di interessi ristretti e stereotipati e di ossessioni per un particolare argomento o elemento dell’ambiente è tipico di molte persone autistiche, sia bambini che adulti.
Spesso possono sviluppare un interesse particolare per argomenti limitati (es. le auto, i numeri di telefono, il meteo, un personaggio storico…) e spesso si ritrovano a parlare sempre e solo del loro interesse.
Nei bambini più piccoli, questo interesse più che su un argomento specifico può manifestarsi verso uno specifico oggetto o categorie di oggetti (Volkmar, 2005) magari un po’ particolari per le loro caratteristiche (ad esempio, oggetti di metallo, piuttosto che orologi, bracciali, collane da far oscillare).
Gli interessi ristretti e circoscritti possono rappresentare tanto una difficoltà (interferendo con il funzionamento sociale e scolastico della persona) quanto un vantaggio per la persona autistica.
Interessi ossessivi e stereotipati possono interferire quando la persona:
- Si rifiuta di parlare o argomentare di altri argomenti;
- Viene isolata e allontanata dalle altre persone, in quanto strana e bizzarra;
- Perde la possibilità di apprendere altri importanti abilità/interessi.
Interessi ossessivi e stereotipati possono essere un vantaggio quando:
- La persona autistica nel tempo diventa la più competente in un ambito tanto da poterne investire la propria carriera accademica o lavorativa;
- Le caratteristiche dell’ossessione si possono ritrovare in ambiti accademici (matematica, fisica, storia…) o lavorativi (biblioteca, controllo qualità…).
Stereotipie vocali e stereotipie motorie
Stereotipie vocali
L’uso ripetitivo del linguaggio come la ripetizione di suoni, parole, frasi o canzoni preferite o porre le stesse domande ripetutamente è un’altra caratteristica tipica dell’autismo.
Questo uso del linguaggio può avere diverse funzioni:
- Funzione autistimoltatoria (piacevoli o che permettono di rimuovere stimoli esterni non piacevoli);
- Alcune difficoltà di elaborazione del contesto/delle emozioni (per esempio, può ripetere “non vai in piscina” “non vai in piscina”, in seguito al fatto che l’ora di lezione in piscina è saltata e la routine si è modificata).
Chiaramente, la verbalizzazione ripetitiva può interferire con l’interazione sociale, ed è spesso esasperante per le altre persone che vivono con la persona autistica.
Stereotipie motorie
Le stereotipie motorie sono schemi di movimenti ripetitivi, ritmici, coordinati, privi di scopo, fissi e non funzionali. Questi movimenti possono avvenire insieme e molte volte nel corso della giornata (Muthugovindan et. Al, 2009).
Il repertorio di stereotipie e la modalità e frequenza di movimento è diversa da individuo a individuo, alcuni esempi in base alla parte del corpo oggetto del movimento ripetitivo:
- Testa e collo: dondolamento, sbattere la testa, allungare il collo, digrignare i denti, tirare i capelli …
- Tronco: oscillazione avanti indietro, oscillazione destra sinistra, roteare…
- Arti superiori/inferiori: scuotimento delle braccia, movimenti ripetitivi bilaterali che coinvolgono le braccia e le mani come incrociare le braccia sul petto, battere i piedi, camminare con il tallone o con la punta dei piedi…
- Mani: sfarfallamento di entrambe le mani, far svolazzare le dita davanti del viso (es. come nel suonare il pianoforte), battere le mani, mordersi le mani, ruotare i polsi…
Alcuni elementi che possono aumentare le stereotipie
- Eccitazione (Mahone et. Al, 2004),
- Stress,
- Ansia,
- Noia,
- Stanchezza,
- Isolamento sensoriale,
- Richieste sociali.
Stereotipie come agire
I comportamenti stereotipati possono essere catalogati in base alla loro forma (stereotipie vocali, stereotipie motorie, interessi ristretti…) come abbiamo ampiamente descritto nell’articolo o in base alla loro funzione (ossia in base alle contingenze di rinforzo che li mantengono come ricerca di attenzione, auto-stimolazione sensoriale, …).
Quest’ultima è sicuramente la modalità migliore per poter intervenire sulle stereotipie seguendo i principi dell’Analisi del Comportamento (ABA).
Infatti, descrivere e classificare le stereotipie in base alla loro funzione, piuttosto che alla loro forma, è sicuramente più utile per un genitore o un insegnante che si trova ogni giorno a dover convivere con le stereotipie motorie o vocali del proprio figlio o alunno.
In tal modo, con la guida di professionisti esperti, ci saranno maggiori probabilità di modificare il comportamento stereotipato attraverso efficaci manipolazioni ambientali (Cunningham & Schreibman, 2008).