Archivi categoria: DSA

La risposta di AID alla campagna stampa sulle “troppe” diagnosi di DSA

Fonte: AID

La posizione di AID, in risposta alla campagna stampa di questi  giorni

A proposito di false diagnosi nel DSA

Di fronte ad una campagna stampa che considera i disturbi di apprendimento tra gli studenti italiani un problema di medicalizzazione della scuola e un prodotto di false diagnosi, l’Associazione Italiana Dislessia tiene a ribadire quanto finora dimostrato dalla scienza.

Giuseppe Aquino, formatore tecnico AID e membro della Commissione Esecutiva del nuovo progetto di produzione di Linee Guida sui DSA, fa chiarezza sulle diagnosi dei DSA.

L’approvazione della legge 170/2010 sancisce il riconoscimento dei DSA e fuga ogni dubbio a chi ancora considera i DSA come una “scusa”. La norma nasce con l’obiettivo di tutelare questi studenti, dando risposte alle loro specifiche caratteristiche di apprendimento. Tale legge, inoltre, parla di finalità che vengono espresse come “garanzie”, come “impegno formativo” con individuazione di compiti e assegnazione di ruoli. Alla scuola spetta una posizione centrale nella presa in carico degli alunni e degli studenti con DSA (L. Ventriglia, 2013).

Gli alunni/studenti con DSA per poter usufruire delle misure previste dalla Legge 170/2010 devono essere in possesso di una diagnosi certificata di DSA.

La diagnosi di dislessia in Italia viene eseguita alla luce delle raccomandazioni cliniche fornite dalle Conferenze di Consenso (2007, 2010, 2011). In particolare, le raccomandazioni prodotte dalla Consensus Conference dell’Istituto Superiore di Sanità sono “basate sui più aggiornati dati scientifici di prova adattati al contesto italiano secondo il giudizio di una giuria multidisciplinare, rappresentativa dei diversi possibili approcci e interessi al tema” (C.C. I.S.S., 2010).

La diagnosi, quindi, viene effettuata da un team multiprofessionale (NPI, psicologo, logopedista) secondo precisi criteri diagnostici e, per evitare la rilevazione di falsi positivi, prevede l’utilizzo di test standardizzati, sia per misurare l’intelligenza generale, che l’abilità specifica.

La definizione della diagnosi avviene in una fase successiva all’inizio del processo di apprendimento scolastico. É necessario, infatti, che sia terminato il normale processo di insegnamento delle abilità di lettura e scrittura (fine della seconda primaria) e di calcolo (fine della terza primaria)”(C.C. I.S.S., 2010). Prima di questa età l’elevata variabilità interindividuale nei tempi di acquisizione delle suddette abilità non permette di utilizzare i valori normativi di riferimento con le stesse caratteristiche di attendibilità riscontrate a età superiori (Raccomandazioni per la pratica clinica DSA, 2009).

Poiché le abilità scolastiche sono distribuite lungo un continuum, non vi è una soglia naturale che può essere utilizzata per stabilire la presenza di un disturbo. Per una maggiore certezza diagnostica e per evitare il pericolo che la diagnosi possa essere inutilmente inflazionata, le raccomandazioni cliniche delle Consensus Conference hanno stabilito soglie più rigide rispetto ad altri paesi per poter considerare deficitaria una prestazione. Infatti può essere considerata insufficiente una performance che si colloca, per la rapidità, al di sotto di 2 deviazioni standard dai valori normativi attesi per l’età o la classe frequentata e al di sotto del 5° percentile per i punteggi di accuratezza.

Se la diagnosi viene eseguita secondo i criteri suddetti, non può esserci il rischio di diagnosi facili.

La questione dislessia può sembrare sovradimensionata. Sicuramente il numero di alunni con certificazione di Disturbi Specifici di Apprendimento, come rivelano i dati forniti dal MIUR, è in significativo incremento.

Tra gli anni scolastici 2010/11 e 2014/2015 le certificazioni sono cresciute, ma questo accade anche perché dopo la legge 170 del 2010, la scuola ha un ruolo determinante nella presa in carico degli alunni con DSA e ad essa sono state richieste competenze organizzative, metodologiche, didattiche e valutative che hanno portato ad una maggiore attenzione nei confronti degli alunni con difficoltà di apprendimento e quindi ad una maggiore individuazione di casi sospetti di DSA e alla loro segnalazione alle famiglie con il conseguente riferimento ai servizi sanitari per avviare il percorso per una eventuale diagnosi (come indicato dall’Articolo 2 comma 1 del D.M. N. 5669 12/7/2011).

In ogni caso la percentuale degli alunni con diagnosi di DSA nella scuola italiana, come risulta dai dati ufficiali del MIUR 2014/2015, non è del 18-20%, come qualcuno afferma, ma supera di poco il 2%, a fronte di una incidenza media che, secondo le indagini epidemiologiche (così come riportato dai dati scientifici nazionali e dalle Linee Guida pubblicate dall’Istituto Superiore di Sanità), si attesterebbe intorno al 3,5% dell’intera popolazione scolastica. Non ci troviamo, quindi, di fronte ad una sovrastima dei casi di dislessia, quanto, piuttosto, alla presenza ancora di una grande parte di sommerso, oltre l’1,5%.

N.d.r. in base alle ultime statistiche ufficiali del MIUR (AS 2015/2016) la percentuale degli alunni con diagnosi di DSA nella scuola italiana si attesta intorno al 3% dell’intera popolazione scolastica.

 

Troppe diagnosi di Dislessia e DSA?

Troppe diagnosi di  Dislessia e DSA? La risposta è -NO- ed è argomentata nel video, da vedere soprattutto la parte finale (merita).
Crediamo che per i nostri figli ed alunni possiamo spendere questi pochi 7 minuti per una corretta informazione gratuita con dati pubblici per tutti.

Abbiamo provato a rendere semplice un argomento altamente tecnico.
Autore del video Dr. G. Lo Presti

Fonti Epidemilogia
Consensus Conference DSA: http://www.lineeguidadsa.it/down…/Raccomandazioni_CC_DSA.zip
Diagnosi Disturbi Evolutivi: https://www.erickson.it/Libri/Pagine/Scheda-Libro.aspx…

Fonte MIUR
Dati Statistici DSA 2011/2015:
http://www.istruzione.it/…/L’integrazione_scolastica_degli_…
Linee guida DSA MIUR: http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/…/linee_guida_sui_dsa…

Infografica -difficoltà vs disturbo, tratta da: “Nostro figlio è Dislessico”:
https://gianlucalopresti.net/ag…/nostro-figlio-e-dislessico/

Ricercatori statunitensi confermano che gene DCDC2 è associato alla dislessia

DNAUn gruppo di ricerca statunitense ha fornito nuove prove sperimentali del fatto che il gene DCDC2 è associabile alla dislessia. University of Texas at Dallas

Una nuova ricerca proveniente dagli Stati Uniti ha fornito prove sperimentali che confermerebbeo che il gene DCDC2 è associabile alla dislessia e a problemi di elaborazione del linguaggio.

La ricerca, coordinata dal professor Michael Kilgard dell’università statunitense University of Texas at Dallas, sarebbe la prima a fornire prove sperimentali del fatto che tale gene è necessario per una normale elaborazione uditiva di enunciati complessi.

“Grazie a questa ricerca – ha dichiarato Kilgard – abbiamo le prove sperimentali che confermano che le persone dislessiche non sentono effettivamente tutti i suoni che dovrebbero udire”. Kilgard ritiene dunque che le prove sperimentali fornite possano orientare la ricerca a propendere per la teoria fonologica sull’orgine della dislessia e non per quella visiva. Kilgard ritiene, inoltre, che i risultati della ricerca possano essere utili per permettere di capire quali bambini potranno avere problemi di lettura prima ancora di cominciare a leggere.

……………………..

Per maggiori dettagli sulla ricerca del professor Kilgard cliccare qui.

per leggere tutto l’articolo

 

Indennità di frequenza: sentenza tribunale di Foggia

 Lo Studio legale Leccese comunica:

che dopo anni di battaglie fatte di dialogo, confronto con Giudici e consulenti tecnici tesi a far comprendere loro la portata reale dei disturbi di apprendimento nella vita dei minori, sia a scuola che in ambito extrascolastico e delle ripercussioni concrete nella vita quotidiana per i minori medesimi e le loro famiglie siamo riusciti ad ottenere presso il Tribunale di Foggia l’indennità di frequenza, troppo spesso inspiegabilmente (diremmo noi) negata dalla commissioni mediche ASL dinanzi alle obiettive e persistenti difficoltà a compiere le funzioni proprie dell’età da parte dei DSA. Questo caso è emblematico per il fatto che anche un solo disturbo, come nel caso di specie la disgrafia comporti una serie di difficoltà e ripercussioni nella vita del minore e delle famiglie. Ne eravamo persuasi ed abbiamo insistito affinché ciò potesse accadere.”

Vi allego il provvedimento del Tribunale ovviamente con tutte le precauzioni dovute ai dati sensibili e previo consenso dei genitori interessati;

avv.Vincenzo Leccese

sentezza