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Che cos’è il Quoziente di Intelligenza che troviamo nella diagnosi dei nostri figli

Il QI è un punteggio: e questo punteggio NON è il bambino.
Tale punteggio si calcola con test che variano a seconda l’età, il linguaggio o il livello di approfondimento necessario.

Le abilità variano da test a test, in quanto vi sono più definizioni di “intelligenza”: vi è quella fluida, cristallizzata, adattamento, generale, memoria di lavoro, etc.

Il problema è che oggi, purtroppo, i punteggi dei test di intelligenza sono trattati come punteggi sia assoluti che corretti.

Ovviamente non è così:
a) non sono punteggi assoluti in quanto aspetti emotivi, sociali e relazionli possono influire negativamente sulla prova, come anche le condizioni di stress del bambino stesso.
b) non sono poi così corretti: ogni test ha quello che si definisce ESM: errore stantard di misura. Esempio, nella scala più famosa, in cui la media è 100, il manuale ufficiale riporta un ESM di circa 5 punti. Dunque se un bambino ha preso 90 di QI, realmente dovrebbe oscillare tra 85-95.

Dunque, di fianco di ogni punteggio di QI dovrebbe essere prevista una nota a cura dell’operatore che indichi quanto, quel punteggio, sulla base anche dei parametri precendi, sia attendibile.
In conclusione, il QI NON è il bambino. ma è un punteggio grossolano sucettibile di notevoli variabili individuali.

Il non riconoscimento dei disturbi specifici dell’apprendimento può generare in questi soggetti gravi disturbi psicologici

Il vortice della dislessia

FRUSTRAZIONE:
è determinata dall’incapacità di tali alunni (che sottolineiamo ancora, sono intelligenti) a soddisfare le aspettative.
gli insegnanti sono preda del dubbio, aumentano gli stimoli, confermano l’insuccesso.
la famiglia è in allarme; subisce la ferita conseguente al messaggio di avere un figlio diverso dalla proprie rappresentazioni e aspettative.
sempre più spesso i bambini con dsa e i loro genitori si sentono ripetere: “eppure è così intelligente, se solo si impegnasse di più”.
paradossalmente, invece, i bambini con dsa si impegnano duramente.
ANSIA:
spesso la costante frustrazione e confusione a scuola rende questi bambini ansiosi.
l’ansia fa sì che i bambini evitino tutto ciò che li spaventa e spesso insegnanti e genitori interpretano questo comportamento come pigrizia.
RABBIA:
la frustrazione può provocare rabbia. il bersaglio della rabbia può essere costituito dalla scuola, dagli insegnanti, ma anche dai genitori.
bassa o nulla autostima: i bambini con dsa, andando incontro ad insuccessi e frustrazioni, si fanno l’idea di essere inferiori agli altri bambini e che i loro sforzi facciano poca differenza; spesso si sentono inadeguati ed incompetenti:
“tanto io non sono capace!”
DEPRESSIONE:
i bambini con dsa sono ad alto rischio di provare intensi sentimenti di dolore e sofferenza.
forse a causa della loro bassa autostima, tali bambini temono di sfogare la loro rabbia verso l’esterno e quindi la rivolgono verso se stessi.

Prova tu stesso la fatica della Dislessia

fonte:Il Blog-Magazine di Gianluca Lo Presti

testo-1clicca sull’immagine per ingrandirla

Forse uno dei modi migliori per capire realmente la difficoltà di un bambino con dislessia è provare a leggere come lui stesso legge, ogni giorno…
Di fronte ai compagnetti..
Di fronte chi, alle volte, gli dice “LEGGI MEGLIO! LEGGI BENE!”
.. e lui come si sente? E TU COME TI SENTIRESTI?

 PROVA A LEGGERE QUI:

C’evra unna volxta un Prinxipec chid amuavva unsa Prinxipexsa ma ellda non coryspondevya il suok amroere.Allorsa luid afferontè daiverxse sdfide pecr attirzare las stua attienxzionne. Unx fiorno sfèidò unex grago myutolto cxasttivo…

 

Leggere questo testo non è stato facile. 
Un soggetto abituato a leggere bene, si accorge di:
– Leggere LENTAMENTE
– Commettere ERRORI di lettura (in questo caso spesso ci si auto corregge), però se si legge più velocemente questi errori aumentano.

In entrambi i casi lo sforzo impiegato nella letture impedisce, o quantomeno limita, la Comprensione. Ciò con MOLTA FATICA.
Se fosse stato un brano più lungo e complicato come quelli scolastici, tutti noi avremmo avuto delle difficoltà riguardanti: la VELOCITA’, la CORRETTEZZA, la COMPRENSIONE.

E se leggessimo questo testo a voce alta di fronte a tanti altri che lo leggono bene?

.. come un bambino davanti ai suoi compagni..
Avremmo provato: Vergogna? Rabbia? Voglia di non leggere più? Chiedere ad altri di leggere? …?

Possiamo sintetizzarli in PROBLEMI EMOTIVO-MOTIVAZIONALI

CONCLUSIONI
– LENTEZZA ed ERRORI nella lettura (e spesso anche scrittura)
– PROBLEMI nella COMPRENSIONE
– PROBLEMI EMOTIVI (Autostima? Rabbia?) e MOTIVAZIONALI.

– FATICA (spesso incompresa) NELLA LETTURA

E’ NECESSARIO INTERVENIRE CON

a) Valutazione Specialistica (ma che sia specialistica! guarda qui-> DIAGNOSI ALTAMENTE SPECIALISTICA
b) STIMOLAZIONE DEI PROCESSI COGNITIVI SPECIFICI, 
c) STRATEGIE SUL METODO DI STUDIO
d) SUPPORTO EMOTIVO-MOTIVAZIONALE. 

Le Diagnosi scadono?

Nell’opuscolo vademecum dsa gen 2013
19 FAQ – LE DIAGNOSI ACQUISITE DALLA SCUOLA HANNO UN PERIODO DI VALIDITÀ?
La L. 170 e il DM 12.07.2011 non riportano indicazioni in merito, se ne deduce che la relazione diagnostica consegnata alla scuola non ha una scadenza temporale.
Si segnala il fatto che situazioni diagnosticate nei primi anni della scuola primaria siano maggiormente soggette ad evoluzione – sia naturale che a seguito di riabilitazione ed abilitazione – e a distanza di anni una puntualizzazione funzionale possa essere utile a fornire informazioni per calibrare gli interventi.
In queste situazioni – in base alle verifiche operate attraverso gli aggiornamenti dei PDP – sarebbe opportuno concordare una rivalutazione funzionale.

Nella Nota Assessorato Sanità Lombardia 21 novembre 2012 in applicazione della L.170/2010 – Prot. H1 2012.0033445, si precisa che la diagnosi ha validità per tutto il periodo del percorso scolastico, mentre:

La valutazione funzionale e le indicazioni d’intervento (B2, B3, C, D, E ed F) sono da aggiornare, da parte
dell’operatore referente:
• Al termine dell’anno scolastico ………………………
• Al termine della scuola primaria
• Al termine della scuola secondaria di primo grado
• Al termine degli studi

Novità dall’ Accordo tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione dei Disturbi specifici di apprendimento (DSA)” 25.07.2012
Quando i contenuti dell’accordo entreranno in vigore (cfr. FAQ n° 00), i profili funzionali contenuti nelle relazioni diagnostiche dovranno essere aggiornati secondo quanto prevede l’art.3 comma 3:
“Il profilo di funzionamento è di norma aggiornato:
– al passaggio da un ciclo scolastico all’altro e comunque, di norma, non prima di tre anni dal precedente;
– ogni qualvolta sia necessario modificare l’applicazione degli strumenti didattici e valutativi necessari, su segnalazione della scuola alla famiglia o su iniziativa della famiglia.”