Archivi categoria: Per gli insegnanti

Un ragazzo con DSA ha un QI nella norma o superiore

Questo significa essere Dislessici.

Dove quella “S” di “Specifico” nell’acronimo DSA significa (anche) avere un tipo di intelligenza che varia dalla norma in su.
Dunque nonostante sia intelligente il bambino legge più lentamente rispetto alla norma statistica e funzionale della classe frequentata.
 
Adesso leggete queste frasi che un genitore si sente ripetere dalle persone (insegnanti, parenti, amici):
  • “eppure è intelligente se vuole riesce”
  • “ In ciò che gli interessa riesce benissimo quindi può riuscire anche nella lettura”
  • “ fa solamente finta perché tutto sommato è un bambino intelligente”
  • “ è un bambino intelligente dunque deve solo impegnarsi di più a leggere”
Avete capito perché frasi di questo tipo sono una vera e propria violenza psicologica?

 

Valutazione dei ragazzi con DSA

Molto spesso accade che i ragazzi con DSA siano valutati in maniera inferiore rispetto al normale, la giustificazione di questo secondo alcuni docenti è perchè hanno avuto la possibilità di :

  • consultare le mappe concettuali
  • avere la calcolatrice
  • avere più tempo
  • avere una quantità inferiore di esercizi o di domande rispetto al resto della classe

E’ bene ribadire ancora una volta che, queste cose sopra citate, non vengono date per dare un vantaggio allo studente con DSA, ma per metterlo alla pari degli altri ragazzi, in quanto senza, sarebbe senza dubbio in difetto rispetto ai compagni, quindi trovo assurdo che una volta messi alla pari con il resto della classe vengano poi penalizzati, per avere diritto ad usare glli strumenti dati dalla Legge 170, e relative Linee guida.

Ma oltre alla normativa già nominata, anni prima già c’erano circolare ed ordinanze che chiedevano agli insegnanti di tenere conto del  questo disagio di questi studenti e che la valutazione deveva essere fatta tenendo conto del DSA e quindi dell’impegno e non solo del risultato

SE QUESTO NON FOSSE SUFFICENTE IL DOTT. GUIDO DELL’ACQUA REFERENTE AREA BES DEL MIUR HA CHIARITO ALCUNE COSE

videoChiarimenti su come dare i voti ai ragazzi con DSAplayvideo
Cosa significa compensare uno scritto deficitario con  l’oraleplay
 Suggerimenti per i compiti in classeplay

 

 

 

Come aiutare un alunno con DSA (disturbi specifici di apprendimento)

✅ Le ricerche hanno dimostrato che il cervello di uno studente Dsa o ADHD non riesce a svolgere bene insieme due attività cognitivamente complesse.

Se le attività sono facili o non richiedono grande concentrazione
(ascoltare la musica mentre si cucina) è diverso, perché il cervello
non deve sforzarsi di suddividere
le energie per prestare attenzione
a ciascuna attività.

Se le due attività invece coinvolgono la stessa parte del cervello, ciò che devono
portare a termine diventa
automaticamente più difficile da ricordare in ogni sua parte o passaggio.

Un esempio pratico

Se uno studente in classe ascolta, non riesce contemporaneamente a prendere appunti, a scrivere.

Quindi gli insegnanti per aiutare lo studente potrebbero fornire prima di ogni spiegazione, uno schema scritto di modo tale che quest’ultimo possa concentrarsi meglio sull’ascolto della spiegazione. 

✅ I bambini con D.S.A. hanno, di solito,  problemi con la memoria a breve termine mentre, generalmente, hanno una buona memoria a lungo termine,  hanno, inoltre,  problemi di memoria nei casi in cui l’informazione sia strutturata in sequenza.

Ad esempio: imparare i giorni della settimana, i mesi dell’anno, le note musicali, le tabelline o l’alfabeto.

Pensano principalmente per immagini.

Spesso confondono la destra con la sinistra.

hanno diverse difficoltà nella percezione del tempo che scorre con la conseguente possibilità di avere difficoltà nell’organizzazione e nell’essere puntuale, e difficoltà nelle discipline dove il tempo è un elemento fondamentale come STORIA. 

Possono avere grandi difficoltà nella lettura dell’orologio analigico,alcuni non impareranno mai a leggerlo. 

✅ Hanno molte difficoltà motorie fini, come allacciarsi le scarpe o i bottoni, il modo in cui tengono in mano la penna, è altre cose. 

✅ Hanno notevoli difficoltà a mantenere l’attenzione e la concentrazione; 

✅ Nelle rielaborazioni spontanee hanno notevoli difficoltà nello strutturare un discorso che abbia un senso e la giusta successione dei tempi.

Apprendono rapidamente attraverso l’osservazione, la dimostrazione, la sperimentazione e gli aiuti visuali.

✅ Spesso sono molto vivaci e tendono a evidenziare ciò che sanno fare bene per sopperire alla mancanza di ciò che a loro risulta difficile ottenere.

 

La lettura può apparire molto lenta e/o  scorretta, oppure possono avere una buona rapidità di lettura ma senza una buona comprensione, questo perché sono così concentrati sul leggere bene e relativamente veloci che non gli rimangono energie per la comprensione. 

Sono lenti a scrivere, in modo particolare quando devono copiare dalla lavagna, commettono errori, saltano parole e righe, non utilizzano adeguatamente lo spazio del foglio.

Molti scrivono con caratteri troppo grandi e/o troppo piccoli e preferiscono scrivere in stampato maiuscolo.

✅ Possono avere difficoltà a utilizzare il vocabolario, a memorizzare termini difficili e specifici delle varie discipline, ricordare gli elementi geografici o collocare in modo corretto l’ordine temporale degli eventi storici.

✅  Il loro lessico spesso è povero, possono avere difficoltà nell’espressione verbale del pensiero; nel riconoscere le caratteristiche morfologiche della lingua italiana.

✅ hanno difficoltà nell’apprendere le lingue straniere e in particolare nella loro espressione scritta, perché la non corrispondenza dei grafemi rende molto difficile la memorizzazione dei termini.

✅ Molti bambini con D.S.A hanno difficoltà a fare i calcoli in automatico, a eseguire numerazioni regressive e le procedure delle operazioni aritmetiche (incolonnamento, riporto, ecc. a causa della difficoltà nella gestione dello spazio sul foglio).

Nel disturbo del calcolo possono essere compromesse diverse capacità, incluse quelle “linguistiche” (per esempio comprendere o nominare i termini, le operazioni o i concetti matematici, decodificare i problemi scritti in simboli matematici), quelle “percettive” (per esempio riconoscere o leggere simboli numerici o segni aritmetici e raggruppare oggetti in gruppi), quelle “attentive” (per esempio copiare correttamente i numeri, formule o figure, ricordarsi di aggiungere il riporto e rispettare i segni operazionali), quelle “matematiche” (per esempio seguire sequenze di passaggi matematici, contare oggetti e imparare le tabelline, memorizzare gli algoritmi risolutivi, ecc…).

I bambini D.S.A. possono presentare una sola caratteristica o più caratteristiche (o tutte) contemporaneamente, inoltre la “alterazione” delle abilità dipende molto anche dall’entità della caratteristica presentata.

Si stima che il 5-7% della popolazione scolastica presenta uno o più disturbi specifici di apprendimento.

Questo significa che almeno un alunno per classe può essere: dislessico, discalculico, disortografico, oppure può presentare più di uno di questi disturbi.

Possono presentare inoltre altri  disturbi, come il disturbo emotico l’ADHD e altri.

Per un alunno con DSA ogni operazione risulta sempre faticosa, per fare un’analogia come se a un destrimano venisse chiesto di scrivere con la mano sinistra.

Nella lettura ogni parola risulta sempre nuova, come se la leggesse per la prima volta; solo dopo molto tempo acquisirà una certa familiarità con le parole.

Provate a leggere, magari sotto stress un libro di astrofisica, quante parole non vi risulterebbero familiari?

Per loro è sempre così, per tutto.

COSA SI CHIEDE ALL’INSEGNANTE

L’insegnante deve partire dal presupposto che per un alunno con DSA, l’apprendimento non è impossibile, anzi, ma bisogna trovare una via alternativa. 

È fondamentale che egli collabori attivamente con i colleghi del consiglio di classe, che comunichi spesso con i genitori per trovare strategie che siano attuabili sia a scuola che a casa per rendere lo studente sempre più autonomo.

Per facilitare l’apprendimento occorre una buona strategia di insegnanto (personalizzata e individualizzata) e l’utilizzo di strumenti compensativi e misure dispensative a seconda delle caratteristiche dello studente.

Occorre che l’insegnante sia formato sui moderni sistemi tecnologici che ci sono oggi in quanto sono un elemento fondamentale per l’autonomia dello studente e per portarlo al successo formativo. 

Purtroppo capita che uno studente con DSA arrivi alle scuola superiore senza avere una certificazione, questo perché nessuno degli insegnanti precedenti ha mai avuto il sospetto che potesse avere un DSA.

Questi ragazzi  non essendo stati precocemente diagnosticati, non comprendono i numerosi insuccessi vissuti, e hanno un’immagine di sé negativa.

Vengono fuori le implicazioni psicologiche sul piano emotivo del ragazzo, che sembra abbia gettato la spugna e non vuole che si creino aspettative nei suoi confronti: ansia, frustrazione, senso di inferiorità, rabbia, sentimenti depressivi, scarso senso di autoefficacia e autostima, in queste situazioni le possibili conseguenze sono “l’aggressività” e il ritiro dalla scuola.

Aggressività che si manifesta con forme diverse, per esempio l’esacerbato umorismo, apparentemente non pericoloso
ma da ritenere un segnale di pericolo.

La bassa stima di sé provoca allontanamento sociale e sentimenti depressivi, cui bisogna prestare molta attenzione come insegnanti.

Un chiaro segnale è la difficoltà di controllo del movimento; ma anche la continua ricerca di approvazione è un sentimento depressivo.

Se non si interviene in modo adeguato, nel caso di disturbi specifici di apprendimento aumentano i disturbi associati: iperattività, deficit di attenzione, ansia.

Ciò accade perché, spesso, non riuscendo a darsi delle spiegazioni, questi ragazzi attribuiscono a loro stessi gli  insuccessi. 

Il docente dovrebbe riconoscere i segnali e consigliare alla famiglia degli accertamenti, dopo di che dovrebbe condurre lo studente  alla scoperta del proprio stile
cognitivo e, in funzione di questo, saprà individuare il metodo di studio più appropriato.

Proprio per questo lavoro che dovrebbero fare gli insegnanti si dice che: “il primo strumento compensativo di uno studente è un “buon insegnante”.

Per gli alunni con BES la legge prevede che siano affiancati gli strumenti compensativi e dispensativi a loro necessari:

  • studenti con disabilità legge 104-92
  • studenti con DSA legge 170-10 e DM 5669-11 con le allegate linee giuda
  • studenti con BES (senza certificazione di legge 104 e 170) direttiva BES del 2012

Occorre sempre sottolineare come le misure dispensative e compensative non debbano in alcun modo essere considerate delle forme ingiustificate di privilegio, quanto una garanzia di fruizione di pari opportunità formative per studenti con DSA. Un dislessico automatizza con estrema difficoltà il riconoscimento di formule e regole che può benissimo comprendere.

A scuola con le app per smartphone e tablet

Insegnanti e studenti comunicano con messaggi, chat e social network fatti apposta per essere usati in classe. Come Remind, adottato già da milioni di persone negli Usa. Ma anche da noi qualcosa si muove

Si riaprono le scuole e, negli Stati Uniti, sta avendo un grande successo Remind , un’app che consente agli insegnanti di gestire i rapporti con studenti e genitori attraverso il cellulare. L’ha inventata il 27enne Brett remindKopf che, nel 2009, insieme a suo fratello maggiore, ha fondato una startup omonima nella città di San Francisco.

Un milione di insegnanti e 17 milioni di genitori e studenti hanno già scaricato l’applicazione, disponibile gratis in versione iOS e Android. In Stati come il Texas, Alabama, e la Georgia, tra il 40 e il 50% dei docenti utilizza Remind che, di recente, si è arricchita di nuove funzioni. Nell’App Store di Apple ha scalato la classifica delle migliori applicazioni raggiungendo il terzo posto.

Grazie a questo software, inizialmente concepito a sostegno dei disturbi dell’apprendimento scolastico come la dislessia (Brett ne è stato affetto da bambino), gli insegnanti possono mantenere una comunicazione costante e in tempo reale con genitori e alunni, informando e aggiornando gli interlocutori sui compiti da svolgere a casa, o ricordando scadenze di interrogazioni e orari di ricevimenti. Tramite app le famiglie possono, del resto, essere avvistate quando la scuola chiude per cattive condizioni di tempo o su altre insolite circostanze. I genitori, oltre tutto, sono in grado di controllare anche se i loro figli sono stati diligenti in classe e, eventualmente, la loro assenza ingiustificata. Attraverso Remind è possibile, del resto, inviare, anche programmandoli, documenti, foto e messaggi di testo.

Nell’ultima versione è stata introdotta la funzione di messaggistica vocale e alcuni opzioni di risposta ad icone (stella, punto interrogativo ecc.) per il ricevente, in modo da avere un feedback immediato e aumentare il coinvolgimento della classe.

Il ritorno per particolari domande e richieste sulla difficoltà di una materia o sulla partecipazione ad una gita di scuola è più facilmente visualizzabile e controllabile. Per ragioni di sicurezza, Remind nasconde agli insegnanti il numero di cellulare del singolo studente e non permette l’invio di messaggi individuali ma solo di gruppo. L’obiettivo dei creatori è molto ambizioso : connettere ogni insegnante, studente e docente su scala globale per migliorare l’attività scolastica. A questo scopo, il cellulare è una tecnologia ideale, data la sua quasi universale diffusione.

In ambito scolastico, c’è un’ampia disponibilità di app, con funzioni differenti e più o meno avanzate. Tra le tante si possono menzionare TeacherKit , Smart Seat , Blackboard , Edmodo , che integra funzionalità di gestione della didattica tipici dei Learning Management System (LMS), o Schoology , chiamato Facebook degli insegnanti, e Google Apps for education , che include la piattaforma Google Classroom.

Fonte: La Stampa

Le linee-guida per la leggibilità

Ugualianza-Giustizia1-150x150Quando si predispongono verifiche scritte per gli alunni con DSA o con disabilità (=verifiche strutturate e personalizzate) si dovrebbero tener conto di alcuni accorgimenti per far in modo che il testo sia il più comprensibile possibile, in modo da sollevare lo studente, dal pesante carico della comprensione (il cui deficit è certificato), per metterlo sullo stesso piano dei suoi compagni di classe. 

La grafica:

1) Corredare il testo di immagini, schemi, tabelle, ma in modo chiaro e lineare, senza “affollare” le pagine.

2) Usare le intestazioni di paragrafo per i testi lunghi.

3) Usare  lo STAMPATO MAIUSCOLO per mettere in evidenza le parole chiave e, per dare movimento al testo. 

4) NON usare l’allineamento giustificato: lo spazio variabile tra le parole non aiuta i loro movimenti saccadici.

5) Non spezzare le parole per andare a capo.

6) Andare spesso a capo, magari dopo ogni punto di sospensione (capoversi).

7) Distanziare sufficientemente le righe (usare un’interlinea abbastanza spaziosa 1,15-1,50).

8) Usare fonts del tipo “sans sarif”, cioè “senza grazie”.
Il Times New Roman, ad esempio, è quello che di default si utilizza in Word, ma non è indicato. Nel nostro Pc ci sono già fonts sans sarif, basta controllare che abbiano segni “puliti”, senza lineette aggiuntive, come ad es. il Comics, il Verdana, il Georgia, l’Arial. In questa pagina sono elencati i font più adatti ai ragazzi con DSA.

Attenzione, però: in alcuni di questi fonts la “i” maiuscola e la “elle” minuscola sono identiche! Altri, come il Comics e il Verdana li mantengono invece distinti (come eccezione, la sola I maiuscola ha le grazie).

9) Impostare il font in un formato (“corpo”) abbastanza grande: se un corpo di 12 punti può essere accettabile per il Verdana maiuscolo, per altri tipi di font più piccoli potrebbero servire almeno 14/16 punti.

10) Se possibile, usare il grassetto e/o colori diversi per evidenziare le parole chiave ed i concetti più importanti, o per raggruppare (nel caso dei colori) concetti e contenuti tra loro correlati. Come per il punto 1, però, attenzione a non esagerare: il testo deve essere chiaro, “pulito”, senza inquinamento visivo.

L’organizzazione dei testi e il lessico:

1) Usare frasi brevi, evitando le subordinate e preferendo, piuttosto, le coordinate.

2) Non usare doppie negazioni.

3) Fare attenzione alle frasi con troppi pronomi: costringono ad inferenze ed aumentano il carico cognitivo, a scapito della strumentalità di lettura.

4) Nei testi informativi/di studio raggruppare le informazioni per blocchi tematici.

5) Nei testi narrativi sostituire gli eventuali flash-back con un più semplice ordine cronologico.

6) Cercare di evitare testi troppo lunghi: max 250 parole per pagina.

7) Per quanto possibile, usare forme attive e al modo indicativo.

8) Usare un lessico semplice, in base all’età e alle difficoltà dell’alunno.

 

Per avere verifiche strutturate, questi particolari vanno inseriti nel PDP (Piano Didattico Personalizzato).