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Cosa significa compensare uno scritto deficitario con l’orale

La compensazione orale è prevista  dalle Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA – allegate al DM n. 5669 pag. 19 leggiamo:
“Per quanto concerne le misure dispensative, oltre a tempi più lunghi per le verifiche scritte o a una quantità minore di esercizi, gli alunni con disgrafia e disortografia sono dispensati dalla valutazione della correttezza della scrittura e, anche sulla base della gravità del disturbo, possono accompagnare o integrare la prova scritta con una prova orale attinente ai medesimi contenuti.”

La verifica orale di compensazione (diversa da una interrogazione di recupero) dovrebbe verificare solo le domande o gli esercizi della verifica scritta non corretti, perché dove andare a valutare se la valutazione negativa dello scritto  è dovuto a una mancanza di conoscenza del ragazzo, o se c’è stato un problema legato alla neuro divergenza (cattiva comprensione del testo, deficit di memoria, ecc…), il voto orale, in questo modo, va a sostituire il voto della domanda o dell’esercizio deficitario, dopo di che fra gli esercizi svolti bene nella verifica scritta e quelli svolti durante l’orale il docente ha tutti i dati per valutare correttamente lo studente (non si fa la media).

Proprio per questo la compensazione orale va fatta a pochi giorni dalla verifica scritta, se passano troppi giorni non è più una compensazione ma un recupero.

Molti docenti non usano questo criterio ma fanno una tradizionale interrogazione di recupero.

Questo che segue è un estratto del convegno tenuto a Parma dal prof. Guido dell’Acqua, del Ufficio IV (Disabilità DSA e integrazione alunni stranieri), il 20/04/2016, dove cerca di spiegare agli insegnanti come deve essere fatta la compensazione orale

 

 
 
Questa è una trascrizione delle esatte parole, nel caso qualcuno avesse bisogno di stamparle e portare a scuola
 
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Qua il filmato per intero e le slide

E ancora:

Sostituzione dello scritto con l’orale per chi ha dei DSA?

 

Diritto dei lavoratori con DSA: approvata una legge a loro tutela

Finalmente, dopo anni di attesa e speranze, oggi la Camera dei deputati ha approvato in via definitiva un articolo, nell’ambito del disegno di legge di conversione del decreto Sostegni-Ter, che dà diritti fondamentali ai lavoratori con DSA.

D’ora in avanti i lavoratori con dislessia, disortografia, disgrafia e discalculia, potranno utilizzare nel proprio lavoro e nei colloqui di selezione, degli strumenti che permetteranno loro di compensare le difficoltà del proprio disturbo ed esprimere al meglio il proprio talento. Per l’Associazione Italiana Dislessia si tratta di una grande conquista al pari di quella della legge 170 del 2010 sulla scuola.

Un importante traguardo

Il traguardo è stato raggiunto grazie a un emendamento presentato dalla vicepresidente del Senato Anna Rossomando all’interno del decreto Sostegni Ter e approvato oggi in via definitiva dall’aula di Montecitorio. Clicca qui per l’articolo della legge.

Molto ha pesato su questo successo la costante attività di sensibilizzazione di AID presso il governo e le forze politiche.

“E’ un passo in avanti importantissimo per oltre un milione di lavoratori del nostro Paese” dice Andrea Novelli, presidente di AID. “Garantire mezzi adeguati e pari opportunità alle persone con dislessia permette loro di esprimere al meglio la propria professionalità e di realizzarsi a livello personale, diventando al contempo una risorsa preziosa per le imprese e per la società intera. Senza l’impegno della vicepresidente del Senato, Anna Rossomando, non saremmo riusciti a ottenere questo grande risultato, le esprimiamo perciò con forza il nostro riconoscimento. Ora ci aspettano altre irrinunciabili battaglie: la prima sarà quella per estendere la legge 170 dal mondo della scuola agli studenti universitari, consentendo anche a questi ragazzi di usare gli strumenti compensativi e le misure dispensative, attualmente concessi a discrezione del singolo docente”.

“L’altra battaglia riguarderà la certificazione diagnostica per gli adulti” spiega la vicepresidente di AID, Antonella Trentin“Oggi i centri che fanno diagnosi sono molto pochi e spesso sono privati, quindi a pagamento. Chiediamo perciò la presenza di un centro diagnostico pubblico e gratuito per adulti in ogni regione italiana, anche perché senza la certificazione non si ha alcun diritto ad usare gli strumenti: sul lavoro, all’università, nei concorsi pubblici, nell’esame per la patente”.

Cosa prevede la norma

“Prima di tutto sarà vietata ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone con DSA nei luoghi di lavoro” spiega Trentin. “Inoltre i lavoratori con DSA, che liberamente sceglieranno di dichiarare la propria caratteristica, potranno chiedere nei colloqui di selezione del personale l’uso di computer con sintesi vocale, calcolatrice, schemi e formulari, oltre al tempo in più per i test di selezione scritti. I lavoratori con DSA già assunti, che lo desiderano, potranno ricevere gli stessi strumenti e accomodamenti ragionevoli. Si tratta di misure praticamente a costo zero per le aziende, ma che porteranno enormi vantaggi. Ovviamente spetterà al singolo lavoratore dichiarare o meno la propria caratteristica e chiedere gli accomodamenti più opportuni”.

Inoltre, secondo la nuova legge, gli strumenti compensativi e le misure dispensative dovranno essere applicati in tutte le occasioni di valutazione per l’accesso o il completamento di percorsi formativi finalizzati all’esercizio di attività e professioni, come gli esami per l’accesso agli Ordini professionali, nonché in ambito sociale.

Da anni AID porta avanti un’attività di sensibilizzazione delle aziende e di formazione alle imprese che hanno ottenuto con noi la certificazione Dyslexia friendly” dice il presidente Andrea Novelli. “Tra queste ricordiamo IBM, Intesa Sanpaolo, Orienta, Tim. Speriamo che la loro esperienza sia un faro per molte altre imprese e che presto la cultura dell’inclusione si diffonda all’intero mondo del lavoro”.

fonte: AID

 

Nuove Linee Guida per i DSA

Il 20 gennaio 2022, a 10 anni di distanza dal precedente documento di consenso, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) ha pubblicato la nuova Linea Guida sulla gestione dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA).

La nuova Linea Guida, allo scopo di migliorare e uniformare i protocolli diagnostici e riabilitativi sui DSA, ha aggiornato le precedenti raccomandazioni cliniche e ha formulato nuove raccomandazioni per quegli aspetti che precedentemente non erano stati indagati.

Infatti la revisione della letteratura relativa ai DSA ha rilevato l’esistenza di nuove conoscenze scientifiche di cui era fondamentale tenere conto. Il gruppo di esperti ha affrontato nuovi quesiti clinici. Tra questi, il Disturbo di Comprensione della Lettura, questione rimasta irrisolta nelle precedenti Consensus Conference, ma tornata di attualità dopo la ridefinizione del Disturbo di Lettura proposta nelle versioni più recenti dei sistemi di classificazione internazionale DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) e ICD (International Cslassification of Diseases).

Inoltre sono state prodotte raccomandazioni per la valutazione e la diagnosi di DSA negli studenti bilingui, che secondo i dati del MIUR sono una percentuale importante dell’attuale popolazione scolastica e per i quali i clinici non avevano precisi criteri di riferimento.

Un altro importante argomento affrontato è stato quello della valutazione e della diagnosi dei DSA nei giovani adulti, per i quali la Legge 170 del 2010 ha favorito l’allungamento dei percorsi scolastici per cui è sempre più alto il numero di coloro che si iscrivono all’università. I clinici però, finora, non avevano direttive diagnostiche chiare su cui basare il processo diagnostico.

Sono stati definiti anche nuovi criteri e procedure diagnostici anche relativi alla Disgrafia e al Disturbo del Calcolo, criteri che erano rimasti poco definiti nelle precedenti Consensus Conference.

Sono state poi formulate nuove raccomandazioni per l’individuazione precoce dei DSA e sono state aggiornate quelle relative al trattamento, mettendo a disposizione degli utenti-beneficiari delle coordinate attendibili su cui operare le proprie scelte.

Quale sarà la ricaduta più importante delle nuove Linee Guida?

Le nuove raccomandazioni contribuiranno a migliorare e uniformare i protocolli diagnostici e riabilitativi e saranno un importante punto di riferimento per la comunità dei clinici per affrontare le problematiche cliniche delle persone con DSA.

In contemporanea al progetto di produzione di nuove linee guida sui DSA, è stato anche costituito un apposito Gruppo di Lavoro, denominato “Libro Bianco” con lo specifico compito di analizzare quale fosse, a distanza di 10 anni dall’ultima Conferenza di Consenso e dalla Legge 170, lo stato di attuazione delle Raccomandazioni esistenti e delle Normative vigenti in relazione al tema dei DSA. Questo lavoro ha permesso di evidenziare i punti di forza della legge 170, ma anche le criticità che tutt’ora permangono in vari ambiti e ha proposto possibili soluzioni alle problematicità evidenziate nel mondo della scuola, dell’università e del lavoro.

“L’Associazione Italiana Dislessia, come da tradizione, è stata tra i principali promotori del progetto di sviluppo di nuove Linee Guida sui DSAha commentato il presidente AID, Andrea Novelli “ed ha contribuito ai lavori di produzione delle raccomandazioni cliniche con la partecipazione attiva di numerosi esperti sia dell’area sanitaria, sia del mondo della scuola e con il contributo di genitori di ragazzi con DSA e di persone dislessiche. Fa parte della nostra mission migliorare la qualità di vita dei bambini e delle persone con DSA, a cominciare proprio dall’individuazione precoce del disturbo, dall’iter diagnostico, e dalla riabilitazione. Le nuove Linee Guida sono un importante passo in avanti in questa direzione”.

Fonte AID

Linee Guida 20 gennaio 2022

Il TAR del Lazio dice «NO» alla riduzione dell’orario e all’esonero dalle lezioni

Secondo il TAR del Lazio adesso sarebbe vietato applicare orario ridotto per terapie se non si possono recuperare le ore, non può essere previsto un orario ridotto di frequenza alle lezioni dovuto a terapie e/o prestazioni di natura sanitaria – con conseguente contrasto con le disposizioni di carattere generale sull’obbligo di frequenza – in assenza di possibilità di recuperare le ore perdute [Art. 13, comma 2, lettera a) DI 182/2020];

Per fortuna esiste l’autonomia scolastica, oltre che il buon senso…

sentenza_TAR_LAZIO_PEI
Nota ministeriale seguente
Nota ministeriale 2044 settembre 2021 – Sentenza TAR Lazio sul PEI