La legge n. 170 dell’8 ottobre 2010 riconosce i quattro sintomi principali dei DSA: dislessia, disgrafia, disortografia e discalculia, e aggiunge che questi quattro sintomi “possono sussistere separatamente o insieme”.
Come è noto agli specialisti di tutto il mondo, a questi sintomi principali si aggiungono quasi sempre, anche in questo caso separatamente o insieme, alcuni sintomi secondari che influiscono altrettanto pesantemente sul rendimento scolastico e sulla quotidianità, e cioè:
1. scarsa memoria a breve termine (presente nella quasi totalità dei dislessici);
2. scarsa coordinazione binoculare;
3. difficoltà nel ricordare e nominare le sequenze (giorni della settimana, mesi, numeri, quindi anche il nome delle note musicali, ma non il suono e la collocazione sul pentagramma di ciascuna nota);
4. difficoltà di organizzazione del pensiero e delle attività quotidiane, quindi necessità di maggiore tempo sia per riflettere, sia per verificare il lavoro svolto.
Le conseguenze di questi sintomi sul rendimento scolastico dei dislessici sono ben note, ma ora se ne conoscono gli effetti anche sull’apprendimento di tutte le attività musicali:
• studio dello strumento – la dislessia rende faticosa la decodifica, l’apprendimento e la realizzazione immediata e simultanea di tutti i segni dello spartito (alterazioni, legature, segni di articolazione, dinamica, gruppi irregolari, ecc .. ) che il dislessico riesce a integrare nell’esecuzione solo attraverso uno studlo costante e ripetuto, il che comporta tempi di preparazione più lunghi della norma.
• materie compositive e teoriche scritte (tutte le prove di composizione scritta, analisi, teoria e analisi, armonia principale, armonia complementare, 2^ prova scritta di teoria e analisi del liceo musicale).
Il dislessico memorizza a fatica i contenuti teorici basilari, e cioè scale, intervalli, alterazioni, tonalità, modulazioni, ecc., e costruisce gli accordi con difficoltà poiché le note che li formano, i gradi che queste note rappresentano nella tonalità e la tonalità stessa ogni tanto tendono a “svanire” o a confondersi nello sua mente, anche quando tali elementi sono ben presenti nella sua memoria a lungo termine.
Per procedere deve “ritrovare” questi elementi e tenerli sotto controllo affinché non sfuggano nuovamente. Ciò comporta tempi di elaborazione più lunghi della norma e controlli defatiganti e ripetuti che mettono a repentaglio il completamento dello prova.
Fonte: Nota ministeriale dell’11 maggio 2011