Il QI è un punteggio: e questo punteggio NON è il bambino.
Tale punteggio si calcola con test che variano a seconda l’età, il linguaggio o il livello di approfondimento necessario.
Le abilità variano da test a test, in quanto vi sono più definizioni di “intelligenza”: vi è quella fluida, cristallizzata, adattamento, generale, memoria di lavoro, etc.
Il problema è che oggi, purtroppo, i punteggi dei test di intelligenza sono trattati come punteggi sia assoluti che corretti.
Ovviamente non è così:
a) non sono punteggi assoluti in quanto aspetti emotivi, sociali e relazionli possono influire negativamente sulla prova, come anche le condizioni di stress del bambino stesso.
b) non sono poi così corretti: ogni test ha quello che si definisce ESM: errore stantard di misura. Esempio, nella scala più famosa, in cui la media è 100, il manuale ufficiale riporta un ESM di circa 5 punti. Dunque se un bambino ha preso 90 di QI, realmente dovrebbe oscillare tra 85-95.
Dunque, di fianco di ogni punteggio di QI dovrebbe essere prevista una nota a cura dell’operatore che indichi quanto, quel punteggio, sulla base anche dei parametri precendi, sia attendibile.
In conclusione, il QI NON è il bambino. ma è un punteggio grossolano sucettibile di notevoli variabili individuali.