Cosa significa programmazione didattica per “obiettivi minimi”?

Il termine obiettivo minimo non è mai stata riportato in nessuna norma.
Arrivare agli obiettivi minimi  è , detto in parole povere, arrivare al 6 (voto), ma questo vale per tutte le tipologie di studenti, per essere ammesso alla classe successiva lo studente deve arrivare almento alla sufficenza in tutte le discipline.
Quindi si può dire che il programma per “obiettivi minimi” NON esiste.
 
Purtroppo è una espressione che genera tanti equivoci e, per questo motivo, sarebbe da evitare.
 
Oggi con l’applicazione del “nuovo PEI” Dlgs 182 del 2020 e del Dlgs 153 del 2023 che lo ha modificato, la dicitura corretta è Obiettivi personalizzati.
 
Gli  OBIETTIVI PERSONALIZZATI, sono obiettivi “tarati” su quel determinato studente con “particolari” caratteristiche (Legge 104/92).
 
Per gli studenti con disabilità è possibile ridurre gli obiettivi della classe fino ai contenuti ritenuti essenziali (della disciplina) rimanendo tuttavia dentro la programmazione della classe.
 
Per gli studenti con disabilità anche i criteri di valutazione possono essere personalizzati e in questo caso vanno definiti nel PEI materia per materia.
 
Nel primo ciclo tutte le personalizzazioni portano al diploma.
Nel secondo ciclo molto meglio parlare di equipollenza delle prove, perchè la non equipollenza non porta al diploma.

La situazione degli studenti con DSA è diversa perchè la programmazione didattica deve essere la stessa della classe.

Questi studenti sostengono le verifiche e le prove degli esami uguali ai loro compagni, ma  strutturate secondo i loro bisogni e specificati nnel PDP ( tempi aggiuntivi e uso di strumenti compensativi ed entro certi limiti è possibile personalizzare i criteri di valutazione, ad esempio assegnando maggior peso ai contenuti e meno alla forma).

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