“È proprio in quei secondi che ti senti il Re del mondo… tutti devono sognare”
“Ragazzi non mollate mai…
Una persona deve vivere per un sogno perchè altrimenti è una persona morta..”
Fabio Basile
Era un bambino dislessico e iperattivo.
Adesso è campione olimpico, la duecentesima medaglia d’oro della storia dello sport italiano.
I Giochi ci regalano ancora una bella storia, quella del judoka torinese Fabio Basile, 21 anni, salito sul primo gradino del podio nella categoria 66 chili.
Come avviene ogni quattro anni, per qualche settimana i calciatori strapagati un tanto al chilo e straviziati cedono il palcoscenico a ragazzi semplici cresciuti fra mille sacrifici e difficoltà e che la pratica sportiva ripaga con enormi soddisfazioni, non certo con montagne di quattrini.
Come raccontano i media locali, Fabio, che a Rio era arrivato in punta di piedi, da outsider, è un ragazzo di periferia chinato pitbull per la sua grinta. “Il judo mi ha salvato dalla strada, e mi ha evitato di fare tante brutte esperienze vissute da altri miei coetanei” ha raccontato a ValsusaOggi.
A sette anni era (ed è tutt’ora) dislessico e irrequieto: comincia con il judo e non lo lascia più.
Per allenarsi deve andare da Rosta, dove abita, a Settimo Torinese più volte la settimana.
Troppe: quando i genitori non riescono ad accompagnarlo in palestra lui fa pratica con un orsacchiotto della sua stessa altezza, uno stratagemma consigliatogli dal suo tecnico.
“Devo molto ai miei genitori – ha sempre detto -. Mi hanno sempre accompagnato agli allenamenti e supportato con enormi sacrifici”.
Mentre, dopo la conquista del titolo, un vecchio amico su Facebook gli ha scritto: “Mi ricordo di un bambino rompiscatole che faceva le smorfie a tutti in palestra ma hai anche sempre detto a tutti che un giorno avresti vinto le Olimpiadi”.
E la fidanzata Sofia Pettino, anche lei judoka: “Sei stato l’unico ad averci sempre creduto”
fonte: www.romagnamamma.it