01. I POPOLI IN ITALIA PRIMA DI ROMA
02. CIVILTA VILLONOVIANA
03. LA MAGNA GRECIA
04. LA CIVILTA ETRUSCA
La DIVISIONE fra le 4 operazioni, e senza dubbio la più difficile da capire e da fare, per mia esperienza ho potuto capire che per svolgerle esistono diversi
metodi, il più semplice (forse) è quello con la sottrazione…..
Vediamo passo passo come fare:
316 : 4 = …………
1. La prima domanda che facciamo ai bambini è << quante cifre abbassiamo>> ( cioè dobbiamo tenere in considerazione e mettere sotto il cappellino?)
• Se la cifra è più piccola del divisore 1
• Se la cifra è più grande 2
2. La seconda domanda è <<quante volte il 4 è nel 31?>>
È bene rendersi conto che per un bambino discalculico, questa domanda non ha senso, e nonostante la spiegherete 1000 volte, lui non lo capirà, perché se lo capisse vorrebbe dire, che in lui sono consolidati i concetti di multipli e divisori, significherebbe che conosce alla perfezione le tabelline, e purtroppo temo che questo non sia possibile, dunque dovremo trovare un altro trucco per farlo lavorare tranquillo e in autonomia
3. A fianco della divisione in colonna si fa fare tutta la tabellina del divisore, sia che questo sia a una cifra a due o a tre, per questa fase se il divisore è a una cifra si può far usare la tavola pitagoriga, così imparano bene ad utilizzarla, ma quando il divisore è a due o tre cifre, non si può chiedere al bambino di fare le moltiplicazioni a mano, quindi si userà la calcolatrice
4. A questo punto si fa cercare al bambino, il numero (fra i risultati delle “tabellina”) più piccolo vicino a 31, o uguale a 31, in questo caso è 28, lo si fa cerchiare, in modo da catturare l’attenzione del ragazzo, e lo si fa scrivere nella operazione sotto a 31, poi si fa fare la sottrazione fra 31-28=3
quando il primo numero è zero, si fanno mettere due lineette (solo il primo)si riconcentra l’attenzione del bambino sul numero appena cerchiato, e si chiede qual è il numero che moltiplicato per 4 da 28?
7, quindi 7 è il primo risultato del quoziente (risultato)
5. Ora si abbassa l’altro numero e si fa la stessa cosa, del punto 4
Se i bambini avessero problemi ad incolonnare (disgrafia, disprassia), potete scaricare del modelli già predisposti andando in questa pagina
La figura del referente DSA e BES non ha mai ricevuto un riconoscimento giuridico, pur essendo chiamato a svolgere importanti compiti in una realtà scolastica sempre più impegnata a prestare attenzione agli studenti nelle loro specifiche peculiarità.
È vero che il destino di questi alunni si gioca poi all’interno delle aule scolastiche in relazione dinamica con insegnanti e gruppo dei pari, ma è altrettanto chiaro che, laddove i referenti DSA e BES riescono a svolgere un ruolo di supporto e coordinamento delle forze in gioco, tutto “scorre” più facilmente.
Cosa può fare nel concreto il referente? Alcuni suggerimenti possono essere presi in considerazione.
ACCOGLIENZA: dedicare le giornate di accoglienza delle classi prime delle scuole secondarie di primo e secondo grado alla proiezione di filmati a tema può essere più efficace di mille documenti normativi per comprendere la realtà DSA o BES.
DATABASE: raccogliere in una sorta di “piccolo centro di documentazione” d’istituto tutte le buone prassi didattiche realizzate negli anni scolastici precedenti, anche in collaborazione con la Funzione Strumentale per l’Informatica, può costituire fonte di consultazione e studio per l’intero corpo docente.
SCREENING: favorire un atteggiamento di positiva attenzione ai segnali di possibile disturbo di apprendimento o difficoltà scolastica, attraverso l’uso di appositi screening può servire ad un riconoscimento nei tempi appropriati, con positive ricadute nel successivo iter scolastico dello studente.
SPORTELLO D’ASCOLTO: dedicare un paio d’ore mensili all’ascolto delle richieste o dei dubbi di studenti, genitori, insegnanti può aiutare a “tenere il polso” della situazione del proprio istituto, favorendo un proficuo passaggio di comunicazioni tra le parti che intervengono nel processo formativo.
Di Claudia Gabrieli